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Sui tagli al Beato Angelo, Feraudo (IDV), invita a riflettere su qualità e costi.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Riguardo i tagli messi in atto al Beato Angelo da parte dell’Asp, Maurizio Feraudo, consigliere regionale di Italia dei Valori, invita tutti a riflettere prima di assumere prese di posizione.
Non capisco a chi giova fare facili ed inutili allarmismi e portare avanti sterili polemiche. Se da un parte si invoca e si auspica una maggiore qualità dei servizi ed una riduzione dei costi eccessivi, dice Feraudo, non si può prescindere da una migliore razionalizzazione degli stessi. Ritengo, quindi, che l’azienda stia ponderando le proprie scelte che, sicuramente, non vanno nella direzione di un paventato smantellamento del presidio. Chi solleva polveroni, dice ancora Feraudo, creando un ingiustificato allarmismo nei cittadini – utenti e negli operatori, dovrebbe anche illustrare quanto, i servizi eventualmente soppressi, costano all’azienda e di conseguenza alla comunità. L’importante, prosegue Feraudo, è che essi siano garantiti ugualmente anche attraverso la reperibilità. Mi pare che al momento, conclude Feraudo, al Beato Angelo non si registrino particolari situazioni di disagio che, se mai verranno a galla, saremo pronti ad affrontarli nelle sedi opportune dove rivendicheremo la giusta considerazione da parte dell’azienda.”
Feraudo interviene all’indomani della soppressione del servizio di anestesia che dal primo di settembre è garantito solo dalle 8 alle 20.
Le altre decisioni dell’azienda riguardano il reparto di psichiatria, che al momento è privo di primario, quello di radiologia, che avrebbe bisogno di un potenziamento di risorse umane, e della pediatria di ostetricia, al momento diretta da una sola unità. Quanto sta accadendo, però, era stato ampiamente previsto dal direttore generale dell’azienda Petramala quando, nello scorso mese di marzo, in occasione della sua prima visita al Beato Angelo annunciò i nuovi programmi dell’Asp che prevedevano, appunto, la razionalizzazione della spesa, l’eliminazione di ospedali fotocopia nel raggio di pochi chilometri e la conseguente caratterizzazione di ogni singolo presidio.
L’attuale questione riporta la comunità acrese indietro nel tempo, al 2003, quando si diffuse la voce di una possibile chiusura del nosocomio. La pronta smentita della regione, anche attraverso pubblici incontri, non impedì una grande manifestazione di protesa promossa dalle forze del centro sinistra.



PUBBLICATO 05/09/2008

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