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Fiamme spente, ora si contano i danni.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
L'esperienza insegna che definire spento un incendio non sempre corrisponde a verità, soprattutto perché questo fenomeno presenta la temuta peculiare caratteristica di riprendere in tutto il suo vigore. Tuttavia ieri ad Acri si respirava il clima dello scampato pericolo, almeno per ciò che sarebbe potuto accadere e fortunatamente non è accaduto.
I danni ci sono, eccome; ma sono limitati unicamente alla vegetazione. Non vi sono ancora stime ufficiali, ma la cifra definitiva non dovrebbe scostarsi troppo dai mille ettari di verde andati in fumo. Il fuoco ha lambito le case, ma non le ha aggredite. E se questo è avvenuto, è stato per l'eccezionale impiego di uomini e mezzi.
Ancora ieri mattina due Canadair sorvolavano il vasto territorio interessato dalle fiamme per intervenire laddove fosse necessario farlo. Il pericolo era ed è rappresentato dai piccoli focolai sui quali per l'intera giornata hanno lavorato le squadre a terra, soprattutto dell'Afor. L'inizio di questo autentico inferno di fuoco ci riporta alla giornata di sabato, a Vallonecupo, frazione situata a una decina di chilometri dal centro abitato. Qui non c'è stato intervento aereo, ma quello del gruppo dei volontari della Protezione Civile, mentre gli latri erano impegnati ad affrontare le fiamme sul versante di Serra Crista. E gli altri erano i Carabinieri, la Polizia Municipale, l'Afor, il Corpo Forestale dello Stato, i Vigili del Fuoco e personale del Comune. Mentre a Vallonecupo le fiamme lasciavano il posto al fumo, dall'altro lato, nel corso della notte raggiungevano anche Guglielmo, Serraudo e Gammarossa.
Che si tratti dello stesso incendio è da verificare, ma esiste la possibilità che sia stato appiccato anche in un altro punto. Non c'è l'ufficialità, ma risulta praticamente certo che si tratta di fiamme dolose. Ora vi sono circa mille ettari di terreno, in gran parte demaniale, in cui una vasta vegetazione è stata bruciata.
Da qui, in queste zone, bisogna ripartire, avendo ben presenti i pericoli che una simile operazione può comportare. Una accurata indagine sui moventi di questi fuochi potrebbe in tal senso aiutare a evitarne qualcuno. Per ora ci si limita a contare i danni e a ringraziare che ha fatto si che non fossero più ingenti. Se il centro operativo di Germaneto non avesse inviato sul posto tutti quei mezzi, soprattutto i cinque Canadair, oggi parleremmo di una vera e propria catastrofe. E' giusto poi registrare ulteriormente l'apporto decisivo del volontariato, tra cui spiccano i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 26-08-2008.

PUBBLICATO 27/08/2008

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