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Distrutti 8 chilometri di bosco.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Una vasta zona del vasto territorio di Acri ieri ha vissuto ore di grande apprensione. Chi ha avuto la ventura di essere testimone di uno dei più inquietanti incendi di questa interminabile estate di roghi parla senza mezzi termini di autentica apocalisse. Pochi dati bastano a fornire la dimensione del fenomeno. Il fronte del fuoco si è esteso perunfronte di circa otto chilometri, interessando diverse centinaia di ettari di vegetazione. Per l’intera giornata hanno incessantemente prestato la loro opera cinque canadair e due elicotteri, ma nella tarda serata di ieri non erano ancora riusciti a domare le fiamme.
Il centro operativo di Germaneto ha mandato ad Acri tutti i mezzi e gli uominini di cui disponeva. Sul terreno hanno prestato la loro opera i Vigili del Fuoco, assieme ai volontari, gli operai dell’Afor, il Corpo Forestale dello Stato, la Protezione Civile Regionale, il gruppo volontari della Protezione Civile di Acri, e anche personale del Comune, che ha messo a disposizione le due autobotti di cui dispone. Sul posto ancora, sono intervenuti carabinieri e vigili urbani. Diverse le frazioni e le contrade interessate: Gammarossa, Serra Crista, Guglielmo, Serraudo e Vallonecupo.
Sono tutte località che distano dal centro abitato una decina di chilometri circa e sono situate in direzione del versante ionico. Fino a ieri sera non si registravano danni di rilievo oltre a quelli ovviamente, alla vegetazione, se si fa eccezione per una casa di campagna, fortunatamente disabitata. Le fiamme intorno alle 20 si segnalavano a poche centinaia di metri dalle case, mentre tutte le energie dispiegate sul territorio erano intente a far sì che venissero bloccate prima che raggiungessero le abitazioni. Sul posto ieri è giunto anche il primo cittadino, Elio Coschignano.
Si stava anche pensando alla possibilità di chiedere aiuto, così come era avvenuto lo scorso anno, all’esercito. Dal centro abitato non si scorgevano ancora i bagliori delle fiamme, sebbene giungesse distintamente l’acre odore del fumo. Nel centro di coordinamento della Protezione Civile comunale era un continuo via vai di amministratori e tecnici del Comune, pronti a segnalare le emergenze e a disporre i relativi interventi.
Questo incendio ha interessato fin da sabato il centro presilano, ma, proprio quando si pensava di averlo spento, ieri mattina è ripreso con una intensità inaudita. Segue di poche ore un altro fuoco, che ha interessato il versante della Valle del Crati, tra “Timpone della morte” e San Lorenzo, e una superficie bruciata di oltre duecento ettari. Con un certo ottimismo poco prima di ferragosto si pensava che quest’an - no il bilancio degli incendi fosse tutto sommato accettabile. Invece sono stati proprio gli ultimi giorni a rendere il quadro desolante.
Nella scorsa estate il periodo critico fu luglio, con roghi che interessarono quasi in maniera uniforme l’intero Comune. Quanto accaduto indica chiaramente la necessità di doversi abituare a far fronte a simili situazioni e di approntare strategie efficaci nella prevenzione e nel controllo del territorio.

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 25-08-2008.











PUBBLICATO 25/08/2008

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