Roselli, una tempra da mediano.
Roberto Saverino
Il “ragazzo di Calabria” che da Acri è partito con un bagaglio ricco di speranze e che in poco tempo è stato capace di fronteggiare il suo idolo Gattuso (a cui si ispira ed a cui molti lo accostano) e addirittura di battere il “ringhio” nazionale, fino ad arrivare a marcare Del Piero, nell'anno della B a tinte bianconere. Centrocampista centrale di grande temperamento, infaticabile e inesauribile, Fabio Roselli ha conosciuto una rapidissima ascesa, meritando sul campo consensi e riconoscimenti. Poi qualche intoppo inaspettato e quindi il crack, nel momento peggiore, quando doveva riprendere il volo, interrotto, invece, nel peggior modo possibile: rottura dei legamenti crociati anteriori e dei collaterali del ginocchio sinistro. La prognosi: nove mesi fuori. Ma in questi giorni Fabio Roselli, centrocampista dell'Arezzo, classe '83, nato e cresciuto ad Acri, sta cominciando a intravedere la fine del tunnel. Resettiamo tutto, però, e partiamo dall'inizio. Da quel ragazzino tutta grinta, che muove i primi passi nelle giovanili dell'Acri e che giovanissimo esordisce in Eccellenza. Per lui quattro stagioni in Calabria e molti attestati di stima. E quei quattro anni nella nostra regione ce li facciamo raccontare subito. Che ricordi? «Positivi. Sono state le prime esperienze, dopo aver fatto tutta la trafila nelle giovanili dell'Acri sotto le direttive di Carlo Stumpo. Ricordo le emozioni delle prime volte in panchine, del debutto con la Rossanese. Della vittoria del campionato, anche se ho giocato poco. Ben più positive si sono rivelate, ai fini della mia crescita, le annate di Palmi e di Rossano». Da lì, dopo le 28 presenze raggranellate con la Rossanese, ecco il salto in C1. «Ho avuto fortuna, perché il direttore generale rossoblu, Ennio Russo, fece il mio nome a Luca Pagliuso, che era presidente della Spal. Sostenni un provino e lo superai ed ebbi la possibilità di giocare in C1». La fortuna conta poco se alle spalle non si hanno voglia, tenacia e determinazione. Ecco, allora, 31 match da titolare e, l'anno successivo, il salto in B ad Arezzo e poi la Serie A toccata con mano a Lecce con la maglia del Treviso. «Potrà sembrare strano, ma di quella stagione a Treviso non ho ricordi positivi. Sicuramente è stato bello esordire in A, ma quella era una squadra già retrocessa con molti problemi. E pensare che avevo avuto la possibilità di andare a Catania, cercato espressamente dal tecnico Pasquale Marino, che avevo avuto ad Arezzo. Magari la mia carriera avrebbe avuto una svolta, ma nel calcio sono cose che ci stanno». Ecco, allora, il ritorno ad Arezzo. Nel conto un'amara retrocessione, causata proprio dalla Juve, ma anche la soddisfazione di marcare Del Piero e di battere, in coppa, il Milan di Dida, Gattuso e Inzaghi. «La penalizzazione ci spinse verso il basso, anche se fummo autori di un incredibile rimonta, che non si è concretizzata perché la Juventus, all'ultima giornata, si fece battere in casa dallo Spezia e la cosa fece arrabbiare molto il nostro allenatore Antonio Conte. Il Milan in coppa? Lo abbiamo battuto, anche se poi furono i rossoneri a passare il turno. Resta il ricordo di una gran bella serata e l'emozione di giocare contro Gennaro Gattuso, un calciatore che ammiro moltissimo». Non a caso in tanti la paragonano a “ringhio”. «Sì, ma lui è Gattuso e gioca nel Milan. Io sono soltanto Fabio Roselli e gioco nell'Arezzo ». E siamo a gennaio 2008. Poteva andare a Sassuolo, che poi verrà promosso in B, ma invece sceglie Foggia ed al secondo allenamento il ginocchio fa crack, in uno scontro col portiere durante l'allenamento. Viene operato a Villa Stuart dal professore Mariani, che dà come recupero un tempo di circa nove mesi. Come si reagisce a queste cose? «E' stato un colpo durissimo. Se non hai carattere e tempra forte rischi di affondare. Camminare per parecchio tempo con le stampelle non è una cosa facile. Tisembra di non vedere mai la luce. Ma vivo di calcio e mi sono messo sotto e adesso sono sulla via del rientro. E' il gioco del calcio che ti riserva anche questi aspetti poco piacevoli. Ci vuole pazienza. E comunque ho la tipica testa dura dei calabresi». E adesso? «Il momento che sto attraversando è particolarmente delicato. Sono sulla via della ripresa, ma ci vuole un po' di tempo. Per adesso l'Arezzo non mi ha inserito nella lista dei calciatori over, ma mancano dieci giorni per la chiusura della lista stessa e spero di trovare la soluzione migliore. Avrei bisogno di trovare una squadra che, dopo un lungo stop, mi permetta di giocare con una certa continuità. Vedremo». Torna spesso ad Acri? «Sì, appena posso. Non ho dimenticato le mie origini. Lì c'è la mia famiglia, ci sono i miei amici, quelli per i quali sono semplicemente Fabio, da una vita». E tra questi ci sono quelli che curano, con passione e puntualità, il proprio sito ufficiale (www.fabioroselli.it), da cui abbiamo tratto le foto? «Sì. Sono loro. Sono amici miei, che mi fanno questo regalo molto gradito e che non finirò mai di ringraziare, anche perché ogni cosa è frutto della loro opera. Sono loro che lo curano e lo gestiscono e per me è un motivo di orgoglio. Sono amici con i quali c'è un rapporto iniziato da bambini e proseguito adesso con l'affetto e il rispetto di sempre. Ciò che fanno è davverounabella cosa, chemifa molto piacere». Quando rivedremo in campo Fabio Roselli? «Presto. Molto presto. Tornerò più motivato e più forte di prima». |
PUBBLICATO 21/08/2008
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