Poco più di due mesi. Tanto è durata la luna di miele tra Pd e Udc. In queste ultime ore i rapporti tra le due maggiori forze politiche della città, che alle scorse politiche raccolsero insieme ottomila voti, si sono inaspriti, anzi deteriorati definitivamente. Nello scorso mese di aprile, in occasioni proprio delle elezioni, Pd e Udc siglarono un patto di non belligeranza, una sorta di voto trasversale.
Al Senato, infatti, il candidato Udc, Trematerra, che poteva contare su una base di circa 2500 voti, ne raccolse, invece, poco meno di 4000 pescando nei democratici. Gran successo anche per il Pd che alla Camera superò quota 4000. Tra i due partiti iniziò il corteggiamento anche se, per la verità, furono i veltroniani a muovere il primo passo. Esponenti del Pd, che è anche il partito del sindaco, spinti dalle vicende nazionali, più di una volta chiesero aiuto ai casiniani per uscire dall’impasse politico, per mettere alla porta definitivamente la sinistra radicale e per iniziare un dialogo costruttivo. Il progetto, però, non andò in porto. L’Udc non cedette alla lusinghe richieste di entrare nell’esecutivo, nemmeno quando il Pd fece capire all’Udc di avere carta bianca circa la guida della città, ovvero anche la responsabilità del voto anticipato e la candidatura di un casiniano. Mai con questo sindaco, fu il diktat dei centristi, prima la caduta poi il progetto.
La mediazione di un’area corposa del Pd, che guarda con interesse all’Udc, non servì. Ma adesso ogni tentativo di dialogo appare compromesso. Pd e Udc si stanno danno battaglia sulla stampa e sui muri della città. Uno scontro aperto, duro. Alle feroci critiche rivolte dall’Udc al sindaco, accusato di fallimento politico ed amministrativo e di denigrare il consiglio comunale con gesti poco gentili, è seguita la riposta del Pd ( istituzionale visto che è ancora privo di organismi ) che ha puntato l’indice su presunti affari portati avanti nella precedente legislatura in occasione della realizzazione del Psc e della s.s.660. E i destinatari delle invettive sono, naturalmente, l’ex sindaco Tenuta, ora Fi, e l’ex senatore Trematerra. “Il centro destra è arrabbiato, scrive il Pd, perché gli è saltato il progetto di saccheggiare la città. Sono falsi moralisti che hanno tentato di approvare un Psc redatto da cinque amici, di notte e in una casa privata. L’unione delle forze sane ha impedito a costoro di mettere le mani sulla città visto che l’unica zona di espansione era quella che apparteneva a chi oggi emette sentenze.”
Pesante la risposta del Pd ( ma più di uno si è dissociato ) che allude a presunti e gravi irregolarità durante la gestione del centro destra. E mentre Fi preferisce il silenzio, l’Udc, invece, è pronta a smentire, non escludendo di interpellare la Procura della Repubblica per fare chiarezza.