Risposta a una signora a proposito del Liceo Classico di Acri.
Luigi Aiello
Per passare al contenuto vero di questo mio intervento, dirò che, in un primo momento, nel leggere la lettera aperta della signora Rosanna Capalbo, ho pensato di trovarmi di fronte a una Mary Shelling, una Maria Bellonci o una Christiane Rochefort, poi, man mano, mi sono accorto che si trattava di persona molto, troppo, piena di sè, che, invece di aprire un dibattito o muovere una critica costruttiva, preferiva muovere accuse infondate contro il sottoscritto e contro altri e citava i fatti a modo suo dopo essersi abbondantemente autoincensata (a proposito, chi dice di essersi laureata in lettere con lode dovrebbe sapere che il fa di qualche anno fa si scrive senza l'accento sulla a), tanto che sottoscrivo senza indugio e con convinzione quanto avrebbe affermato il Dirigente Scolastico, non Preside, signora Capalbo, dell'I.T.C.G. di Acri (presumo l'abilissimo ed espertissimo collega Rolando Perri), ossia che "a volte si parla senza cognizioni". Perciò, dopo avere benevolmente invitato la signora a non sbandierare affettatamente le sue nobili origini, i suoi titoli e i suoi meriti, o presunti tali, si permetta qui a me, che sono figlio di braccianti agricoli semi-analfabeti, senza un antenato a cui sia stata intitolata una via o una piazza, e non ho avuto la fortuna di di avere a disposizione i libri del bisnonno, di poter controbattere con dati di fatto alle accuse false e acrimoniose rivolte dalla signora in questione al glorioso Liceo Classico, ai docenti che vi operano, o che vi hanno operato, e al sottoscritto. Orbene, alla lettura della "Lettera aperta al liceo classico di Acri" (sic!), dopo avere focalizzato il soggetto mi sono chiesto: "Ma non è la signora che in questi anni è venuta spesso a scuola insieme al marito, o alternandosi con questi, per esporre le sue lagnanze circa i metodi dei docenti o la valutazione in itinere della sua prima figlia (quella diplomatasi con 100/100) oppure per farsi cambiare di sezione alla seconda figlia, quella 'poco votata allo studio', per due volte durante lo stesso anno scolastico e di avere ottenuto quello che chiedeva perché per il sottoscritto e per tutti i docenti del Liceo il benessere e la soddisfazione degli studenti è ritenuta la condizione primaria per il successo scolastico"? Alla luce di tutto ciò, ci vuole una bella faccia tosta da parte della signora a sostenere di avermi incontrato, nel corso di otto anni, per la prima e unica volta durante un periodo particolarmente convulso con la sede del Classico infestata dalla creolina ad opera di ignoti e, quindi, inagibile. Certamente, in quella circostanza, il mio comportamento sarà apparso poco urbano, ma bisognerebbe anche mettersi nei panni di chi si trovava in condizione di dovere affrontare una serie imprevista di situazioni e di comportamenti che spesso si accavallavano le une con gli altri. Tuttavia, a torto o a ragione, mi sentii in dovere di chiedere scusa al marito, dott. Falcone, un giorno in cui ci incontrammo nella sede del Distretto Sanitario e lui volle espormi il suo disappunto per l'accaduto. Questo avvenne durante l'anno scolastico 2006/2007. Io sono Dirigente Scolastico del Liceo "V. Julia" dal primo settembre 2001, cioè da sette anni alla data odierna, pertanto la signora Capalbo faccia bene i conti (come bancaria almeno quelli presumo che li sappia fare, visto che per esercitare questa professione, lei così colta e didatticamente preparata, ha abdicato a quella a cui l'aveva abilitata il suo titolo accademico) e si accorgerà, non ci vuole un genio, che quasi due anni fa non potevo essere presente da otto anni nel Liceo di Acri. Per chiudere il discorso che mi riguarda direttamente, voglio far sapere a quei pochi che ancora non lo sanno che in sette anni sono stato ogni giorno presente a scuola, tranne durante i periodi di ferie e in occasione della morte di mia madre e di mia suocera, rispettivamente nel 2002 e nel 2007, e sono stato, e continuerò ad essere, sempre a disposizione di chi ha avuto necessità di incontrarmi, ricchi e professionisti, poveri e operai o disoccupati, soprattutto questi ultimi. Mi sorge, infine, spontaneo un dubbio: Non è che per caso la signora, dati i suoi "natali nobilissimi e perfetti", avrebbe voluto per sè e per le sue figliole un trattamento privilegiato da parte mia e dei docenti? Ciò non è avvenuto e non avverrà mai perché la scuola è di tutti e tutti hanno diritto allo stesso trattamento e se, in qualche circostanza, si è stati o si è di manica larga, lo si è verso tutti e non verso pochi privilegiati, come forse la signora avrebbe preteso. E si astenga, ancora, la signora Capalbo dal gettare fango sui docenti degli anni passati e presenti perché questi sono professionisti seri che cercano di dare tutto quello che possiedono alla scuola e ai loro studenti e non meritano assolutamente di essere insultati dall'ultima arrivata, che, al contrario di quanto ella afferma, non ha alcun titolo né per tranciare giudizi di qualsiasi genere, né, tanto meno, di vomitare insulti gratuiti sui docenti stessi e sul Liceo Classico come istituzione, una scuola di cui la città di Acri e il suo circondario possono andare, con la massima ragione, orgogliosi. Grazie per l'ospitalità.
Nella foga di scrivere di getto la risposta alla signora Capalbo ho dimenticato di ricordare alla stessa che Ettore Paratore è stato un grandissimo latinista, autore, tra l'altro di una notissima Storia della Letteratura Latina, e non, come lei erroneamente asserisce, un grecista. Tanto a beneficio della stessa signora, a cui un po' di ripasso non farebbe male, e dei visitatori del sito che non hanno fatto studi letterari e che potrebbero avere acquisito una notizia errata. |
PUBBLICATO 23/07/2008
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