Non si rende certamente un servizio giornalistico serio e imparziale quando le notizie vengono riportate in maniera distorta o, addirittura, omettendo colpevolmente di fornire elementi che possano aiutare ad una corretta ricostruzione di talune vicende che hanno portato giovamento al nostro territorio. Ma, si sa, lo stile, anche quello professionale, non sempre appartiene a tutti, anzi. E il riferimento è alla nota giornalistica pubblicata in data 23 maggio 2008 da "Il Quotidiano" relativa al collegamento diretto Acri-Arcavacata.
Tuttavia, quel che è grave è che l'improvvido giornalista proprio nella consapevolezza che il collegamento è stato istituito solo ed esclusivamente grazie all'impegno del sottoscritto che, prendendo a cuore il problema sollevato dagli utenti, si è attivato presso il competente Dipartimento regionale riuscendo ad ottenere l'istituzione dell'importante servizio, mette incautamente in guardia i lettori da chi - e il riferimento è chiaro - potrebbe legittimamente rivendicarne i meriti. E i meriti ci sono, eccome. E quando i meriti - che sono tutt'altra cosa rispetto ai pennacchi, caro giornalista - ci sono, quelli non possono essere disconosciuti, anche se appartengono a chi è espressione di una parte politica diversa da quella cui milita l'autorevole opinionista.
L'istituzione della corsa per Arcavacata si è resa possibile perché qualcuno ha preso a cuore le istanze e le richieste che sono venute da un consistente gruppo di cittadini e le ha trasferite nelle giuste sedi. Lo posso dire con orgoglio e soddisfazione: "il mio personale impegno" è stato determinante per conseguire un risultato atteso da anni e per il quale nessuno prima si era speso fino al punto di riuscire nell'impresa. E' vero che "politici influenti" non c'erano riusciti, ma lo dica alla Sua parte politica. Per rispetto della Sua professionalità, ma soprattutto per rispetto di coloro che quotidianamente leggono la carta stampata, non sia di memoria corta e non persista nel distorcere la verità dei fatti. E' la Sua deontologia professionale che ne va di mezzo.
Non consenta che il sentimento dell'ideologia politica - rispettabilissimo - prenda il sopravvento sulla imparzialità e sulla correttezza dell'informazione giornalistica. Ma si sa, spesso si riesce ad esprimere solo ciò che si cova dentro. E' il destino di chi ha l'ambizione di poter e saper servire due padroni, quello della politica e quello dell'informazione. Se avvertisse la sensibilità, caro autorevole opinionista, di rinunciare a uno dei due, sicuramente riuscirebbe a servire meglio l'altro.