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I cantieri sono aperti.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Si fosse trattato di un edificio, o counque di una costruzione, si sarebbe appropriatamente parlato di posa della prima pietra, ma essendo una strada forse è più giusto parlare di cerimonia di inaugurazione dei lavori del nuovo tracciato della SS660. I cantieri sono stati aperti ieri e avranno il compito di dotare Acri di una strada che renda più agevole il collegamento con la Salerno - Reggio Calabria e Cosenza e che rimuovala spada di Damocle di una possibile nuova chiusura del vecchio tracciato, a causa di un movimento franoso. Questa soluzione, omeglio questo incubo, già adottata dall'Anas nel 1999, è ancora ben impressa negli occhi e nella mente degli acresi.
L'inizio dei lavori giunge al termine di un periodo ricco di polemiche politiche tra chi voleva un tracciato e chi ne preferiva un altro. Quello che è stato scelto non deve avere vincitori o vinti, ma deve essere considerato l'inizio di una nuova fase, nella quale per davvero occorre mettere da parte il tornaconto di pochi a favore del bene collettivo. In sostanza, può essere racchiuso proprio in questo concetto il messaggio che il sindaco Elio Coschignano e il Sen. Gino Trematerra hanno voluto lanciare in occasione dell'inaugurazione dei lavori. La cerimonia si è tenuta ieri mattina, nei pressi del bocciodromo comunale, da dove cioè partirà il primo lotto funzionale della nuova arteria.
Erano presenti anche l'assessore provinciale Arturo Riccetti, assessori comunali e consiglieri delle varie forze politiche. Ognuno ha sottolineato il potenziale che questa nuova arteria riveste per il centro presilano e per la possibilità che finalmente esca da un atavico isolamento. Chi aspettava di vedere anche il presidente della Provincia, Mario Oliverio, che si è speso, e molto, per l'approvazione di questo tracciato, è rimasto deluso.
Oliverio
non era ad Acri non perché impegnato altrove, ma, secondo quanto riferito dai suoi più stretti collaboratori, perché non voleva che, a pochi giorni dal voto, la sua presenza potesse essere strumentalizzata. Insomma, per una questione di stile.
Alla fine ognuno ha contribuito, con qualche prevedibile eccezione, a determinare un clima disteso e di collaborazione affinché Acri non debba essere penalizzata dalle polemiche tra le forze politiche. Quanto questo sia di facciata è difficile dire, ma può, in un'ottica di ottimismo, comunque rappresentare un buon viatico.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 04-04-2008.







PUBBLICATO 05/04/2008

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