L'immagine è chiara: da un lato l'esecutivo di centro sinistra contrassegnato da enormi contraddizioni ed in evidente difficoltà politica, dall'altro le forze di opposizione in stand by.
In mezzo un'opinione pubblica che si interroga a fondo sull'attuale crisi politica ed amministrativa che sta coinvolgendo la città. Tra poco più di tre mesi l'attuale amministrazione spegnerà la terza candelina. A questo appuntamento non può dirsi che vi arriva in buona salute. Alcune dei sette partiti che compongono la coalizione ( Ds, Margherita, Sdi, Rc, Pdci, Verdi, Udeur ) soffrono di una grave crisi di identità. Ds e Margherita non si decidono a fondare il Pd neanche in consiglio comunale, mentre Sdi, Udeur e Verdi non sanno da che parte stare e Rc e Pdci dialogano, seppure a fatica, con Sinistra Democratica per dar vita alla cosiddetta Cosa Rossa. La situazione di incertezza che proviene da Roma non aiuta la politica locale che è contrassegnata da un pauroso immobilismo.
Ogni forza politica attende le evoluzioni romane prima di prendere definitive decisioni. Inevitabilmente anche alcuni consiglieri comunali hanno perso la parola e nelle loro menti regna la più totale confusione.
Dal punto di vista amministrativo le cose non vanno meglio. L'attuale esecutivo si è limitato a portare a termine progetti avviati dalla precedente amministrazione e molte altre cose inserite nelle linee programmatiche di governo difficilmente vedranno la luce. Il rimpasto di giunta dello scorso settembre non ha prodotto quel rilancio dell'azione politica ed amministrativa auspicato tanto che alcuni partiti sarebbero favorevoli a rivedere l'assetto della giunta. In tutto questo i cittadini sanno poco di quanto questa amministrazione sta facendo visto che sono stati appena cinque i consigli comunali tenutisi lo scorso anno.
Si ha l'impressione, quindi, che a governare non è sufficiente il rinnovamento generazionale se di fatto non si riesce a praticarlo o se non si riesce a mettere in pratica la partecipazione con la condivisione del programma, quindi delle scelte, con i cittadini. Ma dall'altra parte la situazione non è delle migliori. Se si esclude l'Udc, che ogni tanto fa sentire la propria voce, Fi, An, non presente in consiglio comunale, e Idv, che da un anno è collocata all'opposizione, sono completamenti assenti dal dibattito politico.
In attesa dei nuovi equilibri romani, per consociativismo, o a causa di rapporti non proprio buoni? Sta di fatto che nella minoranza manca un'unica strategia politica che possa dar fastidio a questo centro sinistra in difficoltà. Agli osservatori politici ed all'opinione pubblica, è chiaro che il dato del tabù elettorale del votare per forza lo schieramento ideologico, è caduto. Anche per questo Acri, dalla ricca e qualificata tradizione politica, ha urgente bisogno di rinnovare la classe dirigente per ridare etica ed efficacia all'agire politico ed amministrativo.