E' inutile negarselo, qui le cose vanno di male in peggio.
Leonardo Marra
Così capitava che il lavabo di una scuola si intasasse, che il vice preside (o chi per lui) facesse una telefonata all'ufficio tecnico e nel giro di qualche ora il problema era risolto, senza che la squadra passasse prima dal comune e prendesse (burocraticamente) atto delle richieste di intervento. Io non so se ciò corrisponde al vero perché, probabilmente in quel periodo non abitavo ad Acri e non esistevano le tecnologie odierne con le quali, da qualunque parte del mondo, puoi sapere quello che accade nel tuo remot(issim)o paese. Ma suppongo che chi mi raccontò questo episodio non avesse motivo per mentire. Allora potrei pensare che, al di là delle considerazioni politiche e partitiche, a quei tempi la soluzione del problema avesse la priorità e che ora, invece, questa priorità risieda nel decidere chi debba apparire come solutore del problema ed in mancanza di accordo unanime, il problema si lasci languire; oppure che, se il problema non ha una risonanza tale per cui la sua soluzione possa essere sbandierata ai quattro venti con manifesti 6 metri per 6 metri, allora si può tranquillamente far finta che questo (il problema) semplicemente non esista. Mi riferisco a quei piccoli/grandi "disservizi" o "fastidi" quotidiani che inevitabilmente rileviamo "vivendo" questo paese. Tanto per fare qualche esempio (banale ma non tanto):
Ma non c'era qualcuno nella comunità che considerava tra i primari il discorso sulla salute e sull'ambiente? No! Scusate mi sbagliavo, forse mi confondo con un'altra comunità! Comunque mi fermo qui visto che non è mio intento fare un elenco di disservizi. Ora però, inevitabilmente mi chiedo: esistono delle leggi in merito? Se sì, chi dovrebbe sorvegliare su questi abusi? Di chi è la responsabilità sui mancati controlli? Perché non si fa nulla per migliorare la qualità della vita in questo stramaledetto (in senso buono) paese? Perché invece di migliorare si ha la netta sensazione che le cose peggiorino giorno dopo giorno? Perché ogni volta mi devo dannare l'anima pensando che in una società civile ogni abuso viene punito ed invece a casa mia devo convivere con ogni razza di furbetto? In ultimo racconto un piccolo episodio: l'estate scorsa (luglio 2007), come ogni domenica, mi trovavo alla villetta del gazebo con un amico che vive lontano da Acri, anche lui come me con i figli al seguito per concedersi un paio d'ore di svago. Lui notò che esattamente dietro al gazebo, nel muricciolo che funge da "pedana", era dislocata una cassetta elettrica con degli interruttori e dei fili scoperti; incredibile ma vero questa cassetta non aveva chiusura, lo sportellino era stato asportato (da qualche vandalo?) e tutto il contenuto era esposto alla curiosità dei bambini. Non sapendo se in quei circuiti passasse energia elettrica (ma si supponeva di sì e comunque poco importava), il mio amico contatta un vigile urbano che si trovava sul luogo e che ben in vista aveva il suo bel walkie talkie di servizio con il quale avrebbe potuto far presente il problema rilevato (e qui mi riaggancio al discorso di apertura), ma suppongo che questo strumento serva esclusivamente a comunicare quante auto transitano per via Pastrengo o per il "senso unico", visto che la risposta fu: "appena rientro in ufficio faccio presente il problema". Ora non sto certo a filosofeggiare sulla opportunità che un elemento di così grave pericolo fosse immediatamente segnalato e fossero prese le opportune precauzioni, perché sarebbe come immaginare che possa nevicare in agosto, ma che dite, si poteva sperare che il problema si risolvesse nei successivi 5 mesi? No, non si poteva! Infatti la cassetta dell'elettricità è ancora là, aperta, in bellavista (domenica 13 gennaio 2008). Forse si aspetta che Acri salga agli onori della cronaca per merito di qualche ragazzino che per sua sventura avesse la curiosità di verificare se in quei fili passi la "corrente" oppure no. |
PUBBLICATO 16/01/2008
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