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Acri esclusa dall’ente montano le preoccupazioni del Consiglio.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Tra i tanti temi in discussione nell'approvazione della Finanziaria del governo Prodi, vi è quello relativo al riordino delle comunità montane. L'articolo 13 della proposta presentata dal governo al Senato prevede l'esclusione da questi enti dei Comuni con popolazione superiore a 40 mila abitanti. In un successivo passaggio, questa soglia è stata abbassata, fino a escludere i Comuni con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti.
In ragione di questo parametro, Acri, che è situata a un'altitudine prossima agli ottocento metri, non farebbe più parte della comunità montana “Destra Crati”.
L'allarme è subito scattato nel centro presilano e, oltre a un coro di risentite proteste, ha anche prodotto un ordine del giorno del consiglio comunale, sottoscritto all'unanimità da tutti i gruppi politici.
Ci sembra incomprensibile e inconcepibile - è scritto nel testo - che un Comune come Acri, la cui popolazione per oltre il 50% è dislocata in una miriade di frazioni e case sparse su tutto il territorio interamente montano e che vive sulla propria pelle tutti i disagi delle zone interne, venga escluso dalla comunità montana.
Riteniamo il provvedimento pasticciato e non meditato, che va ad attaccare anziché rafforzare una necessaria politica rivolta alla salvaguardia delle zone più svantaggiate. Riteniamo altresì assurdo questo parametro legato al numero di abitanti e non alla specificità del territorio e alle proprie condizioni orografiche. Troviamo inoltre inspiegabile la logica seguita dal Senato nell'abbassare il limite della popolazione dai 40 mila a 15 mila abitanti, se non il seguire un criterio irrazionale di tagli indiscriminati, che vanno all'opposto dei parametri caratterizzati da specificità e peculiarità di cui hanno bisogno le zone interne
”.
Dopo la premessa, il Consiglio di Acri “chiede che i Comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti vengano inseriti nelle comunità montane e che la rivisitazione delle aree omogenee venga attuata sulla base di un insieme di parametri oggettivi (disagio economico, caratteristiche geo - morfologiche, dispersione della popolazione, fruibilità dei servizi), lasciando alla competenza delle Regioni la ridefinizione dei problemi ordinamentali relativi alla costituzione delle comunità montane”.

PUBBLICATO 17/11/2007

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