All'indomani delle Primarie, negli ambienti politici la domanda più gettonata è la seguente? Con quali numeri sarebbe nato il Pd acrese se anche il consigliere provinciale dell'Idm, Natale Zanfini, al pari dei diessini locali, si fosse disimpegnato dalla competizione elettorale?
L'immobilismo dei dirigenti dell'oramai ex Quercia (pare che Oliverio non l'abbia presa bene) non deve far passare in secondo piano l'exploit del folliniano che con il 46%, circa cinquecento voti, quasi la metà dei totali, è quello che ha ottenuto più preferenze capeggiando la lista regionale "Rosy Bindi".
"Senza una vera e propria campagna elettorale porta a porta e senza iniziative pubbliche", tiene a precisare Zanfini che sgombra eventuali equivoci riguardo il disimpegno diessino: "alle Primarie partecipano cittadini politicizzati che non hanno bisogno di essere sollecitati per andare a votare. In politica contano i numeri e non esiste la controprova."
Quando gli facciamo notare che ad Acri hanno votato in poco più di mille l'ex Udc con un pizzico di orgoglio dice che "un territorio dalle grandi tradizioni di centro sinistra non ci ha fatto una bella figura ed io, da ultimo arrivato, non potevo pretendere e fare di più."
Riguardo, poi, le ripercussioni locali Zanfini tiene a precisare che "seppure abbia sposato il progetto di Follini, a livello locale non ho preclusioni verso nessuno anche se questa maggioranza non ha ritenuto mai coinvolgermi né personalmente né in veste istituzionale."
Infine gli facciamo notare che le Primarie hanno dimostrato che egli può spostare almeno cinquecento voti: "i dati sono inconfutabili, spero che qualcuno si accorge della mia presenza anche se l'importante è fare l'interesse generale."
Da oggi Unione e Polo sanno che nell'agone politico c'è anche l'Idm, risultata essere forza consistente del Pd acrese.