L'ultimo documento dell'Udc è l'ennesima riprova di un partito rancoroso, reso cieco dalla rabbia e dalla sindrome dell'escluso.
Non si potrebbe spiegare altrimenti un documento privo di qualsiasi rigore critico, nel quale, maldestramente, si analizzano le cause della mancanza di risorse e si risale agli errori di gestione della Sinistra negli anni '90, ma, guarda caso, ci si dimentica della scellerata gestione del Comune nei cinque anni in cui ha governato il centro-destra (2000-2005).
Non si fa cenno ai 2 milioni di debiti per contenziosi legali, lasciati in eredità; non una sola parola sui debiti per lo smaltimento neve.
Si continua a tacere sui deficit relativi alla gestione di Acrinscena (se ne chiede conto ormai da due anni).
Il portavoce dell'Udc è così lucido nel ricordare ciò che, a suo avviso, sarebbe riconducibile a venti anni fa, ma difetta della memoria recente e sorvola sulla passata legislatura e sugli errori che sono stati alla base della loro bocciatura.
Il deficit di memoria continua quando si parla di rimpasti e problemi relativi ai rapporti interni alla coalizione.
Ci si dimentica che la giunta Tenuta, partita in tredici, è finita in nove.
Ma l'arte della prestidigitazione, tanto cara all'Udc, è ormai usurata e non paga più.
Lo si nota dal fatto che il ritornello viene stavolta ripetuto con minore convinzione e senza enfasi, quasi per dovere.
Sull'accensione dei mutui, abbiamo più volte spiegato, in termini di puro esercizio aritmetico, che si è semplicemente raccolto l'invito fatto nel 2005 dalla Cassa Depositi e Prestiti (si legga l'allora Governo Berlusconi) a rinegoziare il tasso di interesse, che veniva, infatti, portato dal 5,3% al 3,8%, senza incidere sulle rate di ammortamento, che, anzi, sono diminuite di 70 mila euro, pur avendo contratto mutui per opere pubbliche per circa 11 milioni di euro.
Gli acresi hanno ben capito i termini della questione e non disperiamo circa il fatto che anche l'Udc prima o poi arriverà a chiarirsi le idee.
Il problema vero è quello che traspare tra le righe del documento Udc: la rabbia per essere stati esclusi da eventi che segneranno una svolta epocale nella nostra città: dalla SS660, alla Sibari - Sila, a tutte le realizzazioni in corso d'opera delle quali, per la prima volta, l'Udc riconosce l'esistenza, pur dicendo che ci si sarebbe mossi con ritardo.
La conclusione è pietosa, poiché in pratica ci dicono: fate in fretta ad andarvene, diversamente l'oblio rischierà di travolgere chi oggi non si sente, a ragione, parte attiva in un processo che sta cambiando il volto e le sorti della nostra città".