De Bartolo (DS): occorre una radicale svolta.
Roberto Saporito
Perché questo suo silenzio? E’ stato dettato dalla prudenza, non amo far proclami creando tensioni e confusioni, preferisco prima ascoltare e valutare prima di intervenire. Come vede l’attuale situazione politico-amministrativa? Viviamo una fase di stallo dalla quale ne dobbiamo venire fuori rapidamente, altrimenti il rischio del dissesto finanziario diventa un atto inevitabile. Non aver dichiarato i debiti ci sta facendo pagare un caro prezzo e l’attuale fase politica non ci aiuta anche perché sono cambiate tante cose. Il quadro politico uscito dalle elezioni è stato stravolto e di conseguenza l’attuale situazione mostra rigidità, incomprensioni e tensioni tra l’amministrazione e i partiti del centrosinistra e quindi ritardi nel dare risposte ai cittadini. Le difficoltà di questa fase a cosa le attribuisce? Questa fase è figlia di un contesto anche più generale e non solo locale, è determinata dalla maledetta originalità della situazione politica italiana sempre alle prese con un’eterna transizione mentre in sede locale la crisi è aggravata dagli effetti perversi del massiccio trasformismo che si sta consumando in seno al consiglio comunale, non ho capito se fatto a posta per mantenere fragilità e precarietà nel sistema politico locale e nell’azione di governo o per accentuare sempre di più quella frammentazione che i cittadini non gradiscono. Il suo partito ha perso due consiglieri comunali. Dopo tutti i cambi di casacca che ci sono stati che l’attuale consiglio comunale è delegittimato in quanto non più espressione della volontà elettorale visto che 10 consiglieri su 20 hanno tradito il mandato dei propri elettori modificando gli equilibri e i rapporti di forza usciti dal voto del 2005. Ognuno di questi ha motivato la propria ragione di tale atto, a ragione o torto, saranno gli elettori a stabilire la credibilità del loro progetto e della loro proposta politica. Ai due consiglieri che hanno abbandonato i Ds mi sento di dire che non è così che si rende credibile un progetto politico di cambiamento, di sviluppo socio-economico e di crescita democratica, passando da un partito all’altro. Il rimpasto in giunta ci sarà? Spero di si, ma le difficoltà nell’imprimere un chiaro e condiviso senso di marcia all’azione amministrativa non possono essere superate solo con la sostituzione di qualche assessore mentre i cittadini, operatori economici ed elettori ci incalzano con ben altre domande relative alle loro condizioni di vita socio-economica, di lavoro, di diritti e di giustizia. Noi siamo impegnati a costruire la nuova giunta, perché abbiamo fallito sotto l’aspetto politico, perché non siamo stati capaci di dare indicazioni e soluzioni adeguate alla formazione della giunta, perché i partiti non si sentono rappresentati e perché l’attuale esecutivo non è stato coordinato al meglio. Se la soluzione di varare una nuova giunta è volta a migliorare e a imprimere una maggiore efficacia ed una azione amministrativa credibile tesa a risanare il bilancio e la tenuta della maggioranza ben venga il rimpasto, ma nei modi e i tempi che una buona amministrazione impone. Se vogliamo recuperare il tempo perduto, la nuova giunta dovrà tenere ben aperti gli occhi e le orecchie per cogliere i movimenti profondi di una opinione pubblica inquieta, delusa, poco propensa ad ascoltare prediche ed assistere a questi balletti e cambi di casacca che determinano ritardi nella gestione e nell’ attuazione del programma. Il sindaco deve assumere un ruolo politico ed un atteggiamento più consono nei confronti dei partiti e dei suoi dirigenti, facendo nascere quel desiderio di vivere in condizioni politiche dignitose , senza che nessuno si senta suddito, ma partecipe delle scelte, attraverso un dialogo basato sulla reciproca stima. Dovrà cambiare atteggiamento anche nei confronti del nuovo esecutivo, assumendo più autorevolezza e più controllo nella gestione dei diversi assessorati, che ad oggi non mi pare abbiano brillato nella gestione e nell’imprimere quel cambiamento che tanto abbiamo invocato. Ma i partiti sono in grado di dare una svolta a tale stato di cose? Io penso di si. Al fine di dare nuova linfa all’azione di governo che a mio avviso non può e non deve fermarsi alla mera amministrazione dell’ordinario, i Ds e gli altri partiti dell’Unione hanno il dovere di impegnarsi a trovare soluzioni politiche ai processi amministrativi altrimenti a governare la cosa pubblica saranno altri. Se vogliamo superare l’attuale fase di crisi, si rende necessario trovare nuove e più incisive forme di collaborazione e di cooperazione tra le forze politiche e la compagine amministrativa, nonché tra essa e la società civile tutta, al fine di superare le incomprensioni, lo scollamento, il senso di delusione che serpeggia anche tra i dirigenti del nostro partito e i nostri elettori. All’ amministrazione del nostro compagno Coschignano è da tempo che chiediamo uno sforzo straordinario per riavvicinarsi a queste componenti che sembrano essersi allontanate perché, a ragione o a torto, si sentono deluse e poco rappresentate dalle politiche amministrative finora seguite. |
PUBBLICATO 23/9/2007
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