Opinione Letto 1172  |    Stampa articolo

La cultura del Volontariato.

Stefania Chimento & Maurizio Garotti
Foto © Acri In Rete
Il Commissario della Croce Rossa di Acri - Dr. Giuseppe Capalbo - commentando i festeggiamenti per il decennale del suo Gruppo, ha affermato di aver "soprattutto […] creato la cultura del volontariato" ad Acri e, da questa errata interpretazione della realtà paesana, abbiamo ritenuto partire per esprimere, con l'articolo "Estate Aspa 2007…l'esserci ancora!", non solo l'insensatezza di una tale affermazione, ma anche le differenze, sacrosante, che esistono tra una Pubblica Assistenza che è democratica, laica, libera e non vincolata ad apparati provinciali o nazionali e, invece, una struttura come la Croce Rossa che per stessa ammissione del Commissario, "dipende gerarchicamente dal Comitato di Cosenza". La lingua italiana è chiara, non si vuole "sminuire l'opera" svolta dai volontari della Croce Rossa, non si desidera fare "allusioni dirette e indirette contro" la Croce Rossa Acrese, così come al contrario di quanto detto nell'articolo "Un doveroso chiarimento", sempre a firma del Gruppo Croce Rossa di Acri, si vuole chiarire al lettore e all'amico Commissario, che quando si rilasciano dichiarazioni è meglio articolarle meglio, perché a questo punto, a livello personale e non quali volontari dell'ASPA di Acri, è opportuno chiarire altri aspetti e altre inesattezza scritte a nome dei volontari della Croce Rossa e apparse sul sito Acrinrete.info.
Prima cosa, la cultura del volontariato e in senso ampio la cultura intesa come complesso di cognizioni, tradizioni, conoscenze, credenze e modi di comportamento propri di una comunità, non la si crea ma la si vive e la si interpreta e, nei vari ambiti, si interviene per migliorarne e stimolarne gli aspetti più virtuosi. Quindi, nessuno può gloriarsi, né l'Aspa né la Croce Rossa, di aver creato la cultura del Volontariato ad Acri, se già nel 1920 il tessuto civile di Acri viveva di nuove iniziative associative, tra cooperative di consumo e Lega operaia di mutuo soccorso, nonché enti di Finanza solidaristica (1) !
Così come scrivere nel testo di "Un doveroso chiarimento", che la Croce Rossa "ottiene finanziamenti sulla base delle attività effettivamente svolte […] non avendo accesso a molti dei contributi che gli enti pubblici garantiscono ad altre associazioni senza verificarne l'operato concreto", è una forma di disinformazione che va mitigata e chiarita sul nascere, perché non è il caso del Gruppo Croce Rossa di Acri, ma in molte regioni d'Italia come Piemonte e Basilicata, nonché in Sicilia, la Croce Rossa è in palese discordia con quanto prescrive la Legge (ci permettiamo di guardare oltre i confini calabresi, perché lo stesso Commissario nell'articolo suddetto parla dell'opera della Croce Rossa in Italia!).
Difatti, premettendo che:
  • le associazioni di volontariato hanno veste giuridica privatistica e sono espressione dell'autonoma iniziativa privata, mentre la Croce Rossa è soggetto pubblicistico (soggetto di Diritto Pubblico) anche nelle sue strutture periferiche;
  • la Legge Quadro sul Volontariato (n. 266/91) salvaguardia l'autonomia come carattere essenziale ed irrinunciabile delle organizzazione di volontariato liberamente costituite, anche nella scelta della forma giuridica che si ritiene più opportuna assumere per il perseguimento del fine solidaristico, mentre le strutture della Croce Rossa (comitati regionali e provinciali) sono istituiti per Legge o per iniziativa dell'ente Pubblico a cui appartengono, per i Comitati Locali come quello di Acri.
Tutto ciò premesso, sarebbe opportuno dare una occhiata all'importante parere del Consiglio di Stato (qui allegato) che nell'adunanza dell'8 novembre 2006, I sezione, si esprime sulla non iscrivibilità della Croce Rossa Italiana ai Registri regionali del volontariato e da questo dato si deve partire, per rispondere all'allusione del Commissario Capalbo che la Croce Rossa non ha "accesso a molti dei contributi che gli Enti Pubblici garantiscono", poiché è falso in quanto in palese violazione dell'art. 96 della Legge 21 novembre 2000 n.342, "Misure in materia fiscale", che recita: "Al fine di sostenere l'attività istituzionale delle associazioni di volontariato iscritte nei registri di cui all'articolo 6 della legge 11 agosto 1991, n. 266 (registri Regionali del Volontariato n.d.r.), e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), […] una quota del Fondo nazionale per le politiche sociali […] è utilizzata per l'erogazione di contributi, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, per l'acquisto, da parte delle medesime associazioni e organizzazioni, di autoambulanze e di beni strumentali utilizzati direttamente ed esclusivamente per attività di utilità sociale…", sono state assegnate ingenti somme, spesso in misura assolutamente preponderante, a favore della Croce Rossa Italiana. Se ne desume, quindi, che essendo le predette erogazioni previste per delle associazioni di volontariato ai sensi della legge 266/1991, non poteva la Croce Rossa Italiana accedere agli stanziamenti, in quanto tale beneficio gli era impedito dal fatto di essere un Ente Pubblico. Punto.
Se ciò non bastasse e solo a mero titolo di esempio, in Sicilia una Legge regionale ha assegnato in appalto unico alla Croce Rossa Italiana l'emergenza 118, cosicché tutte le Pubbliche Assistenze che vogliono operare nell'emergenza devono andare in subappalto con la Croce Rossa.
Detto ciò, mi dica il Commissario se questo sarebbe non avere accesso ai contributi che gli Enti Pubblici garantiscono!?
Caro Commissario, i volontari della Croce Rossa o delle Pubbliche Assistenze o di qualsiasi altro Ente, sono le persone più belle e brave di questo mondo, ma lei che è Dirigente quando scrive e dice le cose deve parlare su dati di fatto e non lasciarsi andare ad allusioni del tipo che gli Enti Pubblici garantiscono finanziamenti "ad altre associazioni senza verificarne l'operato concreto", poiché il vostro operato passa sotto la lente della Corte dei Conti, mentre l'operato della associazioni di Volontariato al di là di quanto prescrive la legge, dal punto di vista finanziario e di gestione ha un ulteriore e sacrosanto controllo, quello di ogni socio/volontario che per la natura democratica e paritaria che ogni aderente può esercitare, ha potere di controllare e chiedere conto di ogni centesimo entrato e uscito. Tanto di cappello ai volontari della Croce Rossa, in quanto prestano ottimi e necessari servizi sul territorio, ma in modo assolutamente chiaro la Croce Rossa, in tutte le sue articolazioni organizzative, non può essere in alcun modo assimilata ad una associazione di volontariato che la legge 266 del 1991 regola.
Infine, si aggiunge un ulteriore dato storico al dibattito, rammentando che quando Mussolini decise la fascistizzazione dell'Italia, le Pubbliche Assistenze che davano fastidio per la loro democraticità, furono soppresse e i beni di queste Pubbliche furono incamerati dalla Croce Rossa che, pure a fascismo caduto, non intese più restituirli; in pratica una appropriazione se non indebita, diciamo forzata!
Saluti.


1. Vedasi Tesi di Laurea "Il movimento operaio ad Acri tra Otto e Novecento", pag. 20, presente sul sito acrinrete.info sezione L'angolo Storico.

PUBBLICATO 16/9/2007

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