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Comune di Acri: incarichi senza bando.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Scriviamolo subito. E’ un vizietto di parecchi enti quello di affidare gli incarichi professionali in modo diretto, senza cioè evidenza pubblica.
Anche il comune di Acri non sembra volersi distinguere. E’ accaduto in occasione del Piano Strutturale Comunale.
La redazione della relazione geologica e geotecnica e di quella agronoma – forestale è stata affidata a tecnici di fiducia molti vicino all’amministrazione comunale. L’opposizione, naturalmente, ha fatto ricorso e chiede l’annullamento delle delibere di giunta e delle convezioni già stipulate con i professionisti.
Anche all’amministrazione comunale di acri sfugge, probabilmente, che esiste il Decreto Legislativo n° 163 del 2006 che regola le modalità di affidamento degli incarichi per lavori pubblici con importi inferiori e superiori ai centomila euro. Per i primi l’ articolo 91 comma 2 recita che “…l’affidamento dell’ incarico è effettuato nel rispetto dei principi dell’ ordinamento comunitario e non può essere determinato in base a scelte fiduciarie…” Per i secondi l’articolo 91 comma 2 dice “…che l’ affidamento dell’ incarico avviene sulla base di una procedura di gara, al pari di un appalto…
C’è di più. Esiste una recente sentenza. E’ quella del Tar di Lecce che ha stabilito, con sentenza 494/2007, che il conferimento di incarichi di collaborazione esterna da parte delle Pubbliche Amministrazioni, deve avvenire previo esperimento di procedure para – selettive e non in base alla sola valutazione di idoneità del prescelto.
Di conseguenza è necessario pubblicizzare un bando o un avviso e predisporre specifici criteri valutativi. Gli stessi riferimenti, si legge ancora nella sentenza, valgono anche per l’ affidamento di incarichi di progettazione di importo inferiore ai centomila (100.000,00 euro), perché essi devono essere affidati dalle stazioni appaltanti nel rispetto dei principi di non discriminazione e parità di trattamento. Un’altra leggerezza, inoltre, è sta commessa di recente in occasione di un bando per reperire due ingegneri. Pare che qualche consigliere comunale più attento se ne sia accorto ed abbia cazziato i responsabili (dirigenti ed assessori).
Il bando, infatti, richiede che “i candidati debbano possedere come titolo di studio la laurea in ingegneria civile, vecchio ordinamento…
Palese la discriminazione nei confronti di quelli che si sono laureati con il nuovo ordinamento che prevede dopo tre anni la possibilità di acquisire la cosiddetta mini laurea.

PUBBLICATO 13/9/2007

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