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La politica: l'ultimo dei pensieri del signor Rossi.

Leonardo Marra
Foto © Acri In Rete
Di solito aborro i botta e risposta quando, per forza di cose, avvengono su mezzi che non permettono uno scambio di opinioni in maniera interattiva. Il fatto di avere qualcosa di immediato da dire e doverlo dilatare nel tempo, fa assumere contorni frustranti al dialogo.
Tuttavia una precisazione corre l'obbligo di farla. Mi riferisco all'articolo della signora Maria Luisa Occhiuto "Sul sig.r Rossi: un punto di vista differente."
Mi creda signora Maria Luisa la polemica mi è distante in questo momento quasi quanto lo è la cintura di orione dal nostro sistema solare.
Lei facendo riferimento al povero signor Rossi lo ha trascinato quasi di peso in considerazioni politiche che a lui erano completamente estranee. Mai, nel corso delle sue misere quanto banali elucubrazioni mentali ha tirato in ballo la classe politica locale (solo alla fine ha fatto dei riferimenti generali per lo più alla classe dirigente in generale).
Comunque mi fa piacere che ella alfine sia giunta alle medesime conclusioni del signor Rossi: in questo Paese non si vive più. Se ha ben fatto caso alla fine del mio "articolo" la considerazione era esattamente quella che lei ha riportato: i milioni di signor Rossi d'Italia non ce la fanno più, a prescindere che essi abitino a Parma piuttosto che ad Acri o a Canicattì.
Non mi consola affatto che lei ed i suoi familiari debbano spendere più del signor Rossi acrese per andare al concerto della Mannoia a Parma o che ella debba spendere il doppio per comperare una fettina di carne. Come avrà potuto notare e come lei stessa riporta, le condizioni economiche del signor Rossi acrese e quelle del parmense sono rapportabili, con l'unica sottile differenza che se il signor Rossi nostrano perde il suo posto di lavoro non c'è nessun altro in famiglia per il sostentamento, bollette o non bollette, mutuo o non mutuo.
Mi fa tanto piacere che ella tiri in ballo le bellissime opere pubbliche che le nostre amministrazioni si apprestano a costruire, c'è solo da sperare che contribuiscano in qualche modo a rendere più accettabile la qualità della vita e che se dovesse cambiare ancora il vento non porti ancora via con sé tutte le buone intenzioni lasciandoci solo qualche scheletrico ricordo delle opere incompiute a monito per i posteri(ma questa è una mia personale considerazione che come vede esula dal contesto contingente e si rapporta a discorsi di più ampio respiro, come amano dire i dirigenti nazionali di partito).
Vorrei rispondere in maniera puntuale alle sue opposizioni, come quella di voler mettere in bocca al signor Rossi cose che non ha mai detto (non ha mai dato la colpa a nessuno, se non a Giove pluvio, per la manifestazione non riuscita della notte bianca), ma diventerebbe solo un dialogo insensato. Mi congedo dunque da lei con una sola preghiera, la prossima volta che verrà ad Acri faccia come tutti i signor Rossi che ci vivono, provi a campare con 750 euro in quel mese di vacanza, se ci riesce poi magari possiamo parlare del teatro di 600 posti, e di tutto quello che vorrà.

Come vede il signor Rossi continua a non parlare di politica.
Distintamente

PUBBLICATO 8/9/2007

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