Applausi. Applausi. Applausi, li abbiamo sentiti. Perché la Mannoia, forse, è una delle poche interpreti canore italiane, probabilmente l'unica, che riesce a coniugare, pur in questo Terzo Millennio, la qualità delle sue proposte musicali con una indubbia popolarità. Uno spettacolo di grandi emozioni, quello che Fiorella Mannoia, una delle voci italiane più sensuali ed originali di sempre, ha presentato ieri nell'anfiteatro comunale di via della Sila.
Prima canzone in scaletta è "A felicidade", brano di A. Calcanhotto, per poi proseguire con due brani del suo ultimo lavoro: "Cravo e Canela" di Milton Nascimento e "13 di Maggio 1988" di Caetano Veloso. Questa canzone fu scritta dall'artista brasiliano proprio per celebrare la ricorrenza della fine della schiavitù, condizione questa, che "non è ancora stata debellata nel nostro paese, basti pensare alle condizioni disumane di molti lavoratori, costretti a lavorare nei campi di raccolta o nelle fabbriche, per salari poverissimi e senza alcuna tutela o ancora alle donna spesso vittime di soprusi".
Alle donne in difficoltà dedica "Caterina e coraggio", prosegue poi con "Senza Paura", omaggio alla grande Ornella Vanoni.
Il concerto prosegue in un crescendo di emozioni, con "Oh che sarà", "Panama", "Che cos'è l'amor" di Vinicio Capossela , "I treni a vapore" e la toccante e malinconica "C'è tempo", omaggio all'amico Ivano Fossati.
Molto bella e struggente Il tempo non torna più "spesso le nostre coscienze ci mormorano frasi, che poi nascondiamo dentro di noi e ci sentiamo colpiti, per come veniamo cambiati " subito dopo, altri due brani tratti dall' ultimo album: "Kabula le le" e "Mama Africa" di Chico César.
Bellissima la versione di "Io che amo solo te" di Sergio Endrigo, cantautore anch'egli appassionato al mondo musicale brasiliano e poi omaggio a Guccini con una "canzone di quarant'anni fa, ma attualissima", "Dio è morto".
La sensualità della voce della Mannoia, sembra trasportare l'ascoltatore in una dimensione surreale, la platea si scalda, a volte ballando sui ritmi caraibici, a volte duettando con la stessa Mannoia, e alla fine del concerto ben tre bis "Sally", "Il cielo d'Irlanda" e "Quello che le donne non dicono".
A margine di questa splendida serata, ci sono stati i soliti problemi con l'organizzazione del concerto, che con la solita simpatia ha cercato di ostacolare il lavoro della stampa cittadina, come se il concerto che stava per presentare, fosse qualcosa di suo personale, tant'è che per poter intervistare l'artista, noi avremmo dovuto far richiesta ben 6 MESI PRIMA...
Sarebbe il caso che qualcuno intervenisse, per far in modo che simili assurdità non accadano più.