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Diliberto alla festa dei Comunisti Italiani.

Luigi Chimento
Foto © Acri In Rete
Un 13 luglio che resterà impresso nella memoria di quei tanti acresi, e non sono pochi, che si sentono comunisti. Venerdì sera la suggestiva Piazza Sprovieri è stata la location della festa provinciale del PdCI. Una scelta quella della Federazione cosentina, che ha voluto premiare i il peso elettorale e politico dei Comunisti italiani acresi.
Lo stand gastronomico ha fatto da cornice al dibattito politico e all'esibizione finale della Peppa Marriti Band. Dibattito lungo ed articolato, al quale hanno assistito dirigenti del partito provenienti da tutta la regione - tra gli altri il deputato Fernando Pignataro - e tanti acresi tra cui il sindaco e diversi politici del comprensorio. Dopo gli interventi dei dirigenti locali, Tullio Capalbo e Nuccio Cerenzia, del sindacalista reggino Girolamo Tripodi, del segretario provinciale Tonino Morrone e del segretario regionale Michelangelo Tripodi, è stata la volta del conferenziere più atteso, Oliverio Diliberto, il carismatico leader nazionale.
Un Diliberto che non ha deluso le aspettative. Un ora di discorso a braccio per proporre la sua idea di sviluppo per la nazione. Dal tesoretto, "io lo investirei per un Piano straordinario per l'occupazione nel Sud", alla necessità improrogabile di unire la sinistra,"noi - dice - Sinistra democratica, Rifondazione, le forze ambientaliste e quelle della migliore tradizione socialista dobbiamo tornare insieme; solo così, con una forza di 150 parlamentari, potremmo continuare a combattere per la giustizia sociale".
Un Diliberto che conferma le doti oratorie percepite dal tubo catodico.
Ironico,"diffido - riferimento a Padoa-Schioppa e Montezemolo - di quelli che hanno due cognomi", critico nei confronti di Rutelli, "il suo comunicato è stato insultante", senza peli sulla lingua quando parla dei "poteri forti": Confidustria, "accentua lo scontro di classe"; l'Amministrazione americana, "lavora per cacciarci dal governo"; la Chiesa "mina la laicità dello Stato perché non si limita a indicare la rotta ai fedeli ma si scaglia contro il parlamento quando esso fa un piccolo passo nel campo dei diritti civili".
Nessun riferimento al Ministro Bianchi, che, molti del PdCI calabrese vorrebbero congedare dal suo incarico ai Trasporti.
Il finale è tutto nel ricordo di Berlinguer, con indice puntato al male principe della politica, "il carrierismo, la poltrona a tutti i costi".



























PUBBLICATO 16/7/2007

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