Sono piuttosto restio a farmi trascinare in polemiche che, al di là del merito, finiscono per avvantaggiare chi del fango che tira addosso agli altri si nutre.
Per una volta vinco la mia tentazione al silenzio, perché credo che in questa circostanza si sia passato il segno.
Non conosco il signor Angelo Sposato, e mentirei se dicessi che per me sarebbe un onore conoscerlo.
Non ardo dal desiderio di sapere chi sia, anche perché dimostra poca dimestichezza con una manifestazione urbana di dialettica, che cioè non trascenda nell'insulto.
Come puoi arrogarti il diritto di definire disonesta una persona che non conosci?
Non te lo permetto, semplicemente perché non ne possiedi i titoli.
Internet è uno strumento straordinario per chi ha delirio di protagonismo: basta sparare a zero su tutto.
E l'effetto è amplificato se si prende di mira chi governa e si evocano fantomatici complotti orditi dal solito grande vecchio.
Quando poi si arriva a scrivere "tutto ciò i cittadini lo riferiscono…", con la pretesa di interpretare i sentimenti di un'intera comunità, siamo all'assurdo.
Non voglio entrare nel merito delle questioni contenute nell'intervento che mi ha chiamato in causa, e lo ha fatto senza mai citare il mio nome (bella manifestazione di assunzione di responsabilità), perché, signor Sposato, non ti devo alcuna spiegazione!
Sola una cosa, prima di chiudere: non permetterti più a tirare in ballo la mia "onestà personale".