Da una parte la maggioranza di centro sinistra unita solo da interessi personali, dall'altra il silenzio assordante delle forze di opposizione.
In mezzo un'intera comunità, circa quindicimila elettori, disorientati ed assetati di risposte che non arrivano.
Nel frattempo a palazzo Gencarelli regnano confusione e contraddizioni. Il mese appena trascorso ci ha regalato sorprese ed eventi politici che hanno messo a nudo, qualora ce ne fosse stato bisogno, i limiti di una classe politica che Acri non meritava.
Di contro, il consiglio comunale, luogo deputato a determinare il futuro di un comune e dal quale i cittadini apprendono la programmazione dell' esecutivo che governa, che non si riunisce da tre mesi. Sicché, negli abituali ambienti politici si preferisce il gossip alla politica con la p maiuscola. Inciuci, sotterfugi e beghe personali hanno preso il sopravvento.
Nasce una Federazione di cinque partiti di maggioranza, Sdi, Margherita, Prc, Ulivo per Acri e Comunisti Italiani ed i propri assessori non ne sono a conoscenza.
Il segretario regionale dei Verdi, Diego Tommasi, annuncia la costituzione del partito che, dice, "sarà presente in consiglio ed in giunta." Il sindaco cade dalle nuvole ed apprende la notizia da CO.
L'Udeur, il cui ingresso in giunta è previsto per ottobre, critica l' As per la scarsa attenzione mostrata nei confronti dell'ospedale. Trascorrono appena ventiquattro ore e l' assessore alla sanità, Amedeo Gabriele, in quota Comunisti Italiani, definisce il Campanile "pretestuoso e ingeneroso."
Ma il partito di Mastella e quello di Diliberto non fanno parte della stessa coalizione? Non dialogano? Non si confrontano sulle problematiche? C'è DI Più. Alcuni consiglieri non riconoscono più i propri assessori ma non hanno il coraggio, o i numeri, per delegittimarli. Alle contraddizioni dell'Unione si oppone il silenzio assordante dell' opposizione. Non si capisce ancora se per scelte strategiche o per convenienza. Fi, dopo l' abbandono di Angelo Gencarelli, non ha rappresentanti così come An. La Cdl ha nell' Udc l'unico punto di riferimento.
Il partito di Casini, anche in virtù di quanto sta accadendo a livello nazionale, non sta però vivendo un buon momento. I sei consiglieri non viaggiano sulla stessa lunghezza d' onda e si guardano in cagnesco. Le indiscrezioni secondo le quali alcuni di questi sarebbero in procinto di aderire a Fi ha contribuito a incrinare i rapporti. L'ex sindaco Tenuta, in disaccordo con la base, si limita a qualche buon intervento nel civico consesso.
Per il resto l' Udc deve sperare nella buona vena di De Vincenti e Cerlino. Troppo poco per mettere in difficoltà l'Unione. Che, nonostante i mille problemi, può continuare a vivere giorni tranquilli.