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Il silenzio è loro (a sproposito di Piazza Purgatorio).

Angelo Sposato
Foto © Acri In Rete
Il silenzio concilia il sonno e anche le dormite degli acresi, forse per questo le istituzioni di Acri non spifferano una parola sull' esposto e sull' istanza alle autorità competenti per bloccare il P.R.U. di Piazza Purgatorio, da parte del Comitato Cittadino per la tutela della piazza stessa. Non è tanto l'impiego della legge, ma l'interesse per la giustizia che mi coinvolge all' intervento di questo movimento cittadino e cercare una spiegazione al mutismo illegittimo ed irrispettoso degli amministratori acresi riguardo ad un fatto clamoroso come il motivato ricorso di semplici cittadini contro un progetto di 4.5 milioni di euro per una palafitta sull'acqua.
Da settimane, nella versione elettronica delle piazze acresi , cioè su internet, si possono leggere le pagine degli esposti e gli interventi di altri cittadini, ma dal comune nessun segnale, come se il municipio, fisicamente e metafisicamente, si trovi in un luogo che prescinde dalla realtà locale.
Ho sentito spiegazioni lisergiche sul progetto di Piazza Purgatorio, zone perimetrali come interni di esperienze psichedeliche, ma nulla sulla reale necessità e giustezza di costruire un pugno, in cemento armato, negli sguardi di chi ci passasse davanti.
Penso, dunque, che ci sia dietro la solita storia speculativa, come un caffè o una birra al bar , per costruire un transatlantico edilizio sopra un pericoloso fiumiciattolo chiamato Calamo.
Un' altra mano di silenzio la danno i corrispondenti di Acri dei quotidiani provinciali, i quali non hanno riportato la notizia, già presente sui siti internet acresi, salvo poi scrivere, a comando, articoli zuccherati e zuccherosi sull' amara vicenda distorcendone il sapore.
Sicchè è anche giusto chiedersi quale visionaria ed oppiacea immagine di Acri, questi giornalisti o addetti stampa, forniscono al resto della provincia e regione e come abbiano ridotto il mestiere di scrivere a sudditanza quasi borbonica, nella città dove Vincenzo Padula ha affilato parole per tagliare la gola alla voce dei padroni.
Di certo, questo esempio dovrebbero tenerlo presente chi si riempie il portafogli di quattrini con le parole di Padula stesso, senza spendere uno sputo di inchiostro sugli affari che provocano problemi a questo paese.
Queste sono le mie brevi considerazioni, in attesa che i politici acresi, tra polpette in italiano e parole al sugo, coprano questo silenzio spalmando fiamme di viltà sulla pelle di Acri già in cenere.

PUBBLICATO 9/2/2007

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