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A proposito di piazza Purgatorio!

Vincenzo Rizzuto
Foto © Acri In Rete
A Proposito della nuova costruzione che si tenta di fare sulla piazza Purgatorio, esprimo il mio più assoluto diniego, unito a grande indignazione; ma come si fa a non "incazzarsi" pensando che ci sia chi vuole ulteriormente deturpare un'area che è stata già martoriata da interventi "barbari", che senza alcuna sensibilità ambientale nei decenni scorsi hanno distrutto per sempre un patrimonio di enorme importanza per una migliore qualità della vita nel nostro paese.
Questi "barbari" infatti, incuranti di ogni rispetto per la gente, quella comune che non ha mai contato nulla per loro, hanno ordinato di "tombare" con faraoniche colate di cemento tutti i corsi d'acqua del paese, da sud a nord, da est ad ovest, facendo sparire ogni traccia del prezioso liquido, che è stato sin dalla notte dei tempi fonte di ogni civiltà.
Ricordo ancora con tenerezza toccante, che non mi ha mai abbandonato fin dagli anni mitici della fanciullezza, il dolce rumore delle acque scroscianti del Calamo, che sotto il vecchio ponte di San Domenico, anche quello perito sotto le colate di cemento, offriva al passante la vista di una meravigliosa cascatella che si precipitava sulla pietraia levigata come un diamante da tempo immemore; ricordo che tutti ragazzi e anziani si fermavano e, sporgendosi dal ponte, si facevano cullare dal rumorio antico, quello stesso che certamente anche il nostro poeta Padula ammirava recandosi a dir messa in San Domenico.
Ebbene, i nostri "barbari" non solo hanno distrutto tutto questo, ma hanno anche fatto scomparire nelle colate di cemento un altro gioiello dell'antico paesaggio del paese, il meraviglioso mulino ad acqua posto al centro dell'isolotto dello stesso Purgatorio, dove tutto il paese da secoli era andato a macinare pugni di grano per sbarcare il lunario.
Che dire di quest'altro monumento che i "nostri compagni non compagni", come dice Pasolini, hanno ferocemente distrutto!
Quel mulino era il simbolo non solo dell'operosità del mondo contadino e di una parte della prima rivoluzione industriale ma di tutto il paese.
Quando al mattino, i "barbari" avevano operato anche di notte, la gente comune non trovò più il loro mulino, ci fu qualcuno che ci pianse molto, lo ricordo bene!
Ebbene, lo spirito di quegli stessi "barbari", che non muore mai, non contento di avere fatto sparire i fiumi, le cascate e i mulini, che riportano alla mente l'utopia del Don Chisciotte del Cervantes, hanno tentato ancora oggi di portare via anche piazza Purgatorio, un bene di tutti dove la solita gente comune ogni giorno si ritrova e potrebbe rifuggiarsi anche durante qualche terremoto.
Ma niente, i soliti "barbari" non hanno paura nemmeno di Domeneddio, hanno deciso per tutti, vogliono distruggere anche la piazza per costruirci un bel supermercato da affidare preferibilmente a privato perché privato è bello!
Grazie, cari "barbari", "che vi tenete stretto il nostro amore di cui non possiamo fare a meno.", come ancora una volta insegna Pasolini.

con amore Vincenzo Rizzuto

PUBBLICATO 8/2/2007

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