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Quando cadono pezzi il tutto perde vigore.

Alessandro Zanfino
Foto © Acri In Rete
L'uscita dalla maggioranza di governo locale da parte dell'Italia dei Valori suscita spontanee riflessioni in ordine alla situazione politica in cui versa la nostra città. Lampante appare la disomogeneità, non solo politica (magari!), ma soprattutto amministrativa, delle forze politiche di maggioranza, che frantumano i valori per cui hanno ottenuto il consenso dei cittadini di fronte ad uno spirito di maggioranza, che si piega di volta in volta alle scellerate scelte di una Giunta che improvvisa come i migliori jazzisti. Il condono tributario ha avuto il solo merito di amplificare le diversità, ma ha anche dimostrato come i forti mali di pancia dei consiglieri di maggioranza siano stati neutralizzati dal solito "Malox politico": l'attaccamento alla poltrona.
Lodevole, anzi lodevolmente normale, pertanto risulta essere la scelta di Idv che con coerenza, in un organico comunicato stampa, ha deciso di uscire dalla attuale maggioranza. Questa coerenza, accentuata dal mancato riconoscimento di un nuovo consigliere di maggioranza, dimostra che non tutto è perduto; dimostra che quando si amministra male e male ci si rapporta con gli altri, gli altri a volte si determinano come è giusto che sia, e non come è giusto per "tirare il carro allu penninu".
Questo ultimo modo di fare, e cioè di accettare supinamente e servilmente, errori, orrori, clientela, discontinuità esasperata, non porta certo cristallina democrazia in seno alle Istituzioni, ma totalitarismo di favore. Questo modo di fare pseudo-politica trova il suo apice nella distribuzione gratuita del giornalino dell'Amministrazione Comunale (con tanto di stemma), che in quanto comunale avrebbe dovuto tenere in debita considerazione anche qualche sparuta voce della minoranza, anch'essa rappresentativa del popolo in Comune. Ma qui si assiste ad una continua autocelebrazione di una Giunta autoreferenziale, che più incline al pressappochismo che alla perfezione, propone perfino un tentativo di "indottrinamento delle masse", la Russia ci fa un baffo.
E allora, come non apprezzare almeno l'atteggiamento di Idv?
Se in politica a quella parola che fa accapponare la pelle, mediazione, si sostituisse per sempre quella di coerenza, che sulla pelle è come un unguento miracoloso, forse riusciremmo a dare alla politica quella dimensione che le è più propria: credibilità.
Oppure gestiamo il tutto sulla base della più viscida mediazione e della più insalubre verosimiglianza; volete sapere quale risultato otterremo?
Vedi Regione Calabria.

PUBBLICATO 9/1/2007

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