Di fronte all’ultimo comunicato stampa UDC è  giusto e doveroso fare alcune precisazioni e insieme alcune riflessioni.
Partiamo dai fatti.
In riferimento al cosiddetto “RICHIAMO” contenuto nel BUR Calabria, ci piace ancora una volta dimostrare quanto inconcludenti e false siano alcune affermazioni.
I fatti: nell’ottobre 2005 arrivano le proposte di adesione da parte di Asmez e dei Casali Casentini. Dopo opportuna valutazione, Acri decide di aderire con Casali Cosentini,tramite una delibera di giunta del 24/11/2005 n°238.
Il 30/12/2005 la Provincia di Cosenza rende noto con un comunicato stampa che le cinque province calabresi hanno approvato all'unanimità lo schema di convenzione per la costituzione del cst POLISNET con Cosenza provincia capofila ed Acri viene invitato ad aderire.
Di fronte al rilievo del Comune di Acri di avere già un impegno con i Casali la Provincia ci assicura che questi ultimi, tramite il comune capofila, hanno già dato l'ok per l'adesione a Polisnet e che non è necessario da parte nostra alcun atto in quanto basta solo l'adesione del comune capofila dei Casali Cosentini.
Preferiamo, infine, sorvolare sull’affermazione fatta da autorevole esponente dell’UDC secondo la quale al consorzio suddetto aderissero solo piccoli comuni, segno evidente di una completa e non nuova ignoranza delle carte, nella fattispecie del BUR del 28 aprile in cui si dice chiaramente che vi hanno aderito 107 comuni, tra cui Corigliano e Castrovillari.

Per concludere, prendiamo atto di un fatto sconcertante: tutte le volte che al centro-destra vengono fatti dei rilievi precisi sulla passata amministrazione -chiedendo conto di una gestione sotto certi aspetti un pò disinvolta -questa risponde sblindando e parlando d’altro. Il riferimento è alle ripetute richieste di spiegazioni sui deficit di “Acri in scena” per gli anni 2002, 2003, 2004 e, più recentemente, al comunicato diffuso dal coordinamento di centro-sinistra dal titolo: “E’ l’ora della verità”, nel quale il centro-destra viene inchiodato alle sue non tanto remote responsabilità ed errori gestionali.
Si tratta, da parte dell’UDC, di un gioco vecchio quanto il mondo, molto semplice come strutturazione: richiede un tavolino, un mazzo di carte, un abile e veloce “maneggiatore” e, cosa più difficile di questi tempi, un pubblico di sprovveduti ad abboccare. La storia recente dimostra quanto la mancanza di quest’ultimo elemento abbia penalizzato non poco il centro-destra e l’UDC in particolare.
La speranza è che -come scrive Massimo Giannini - la destra possa uscire dalla sua inconcludenza, rifacendosi all'esempio del conservatorismo inglese, pragmatico e anti-ideologico, post-rivoluzionario più che contro-rivoluzionario, con più attenzione alla tradizione liberale e un rapporto più aperto e costruttivo con la civiltà moderna. Sono parole di Raymond Aron, scritte vent'anni fa. Dovrebbero rileggerle e farne tesoro, alcuni "moderati" dell'Italia di oggi.