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La malattia della piccola Erika, tra l'affetto della sua famiglia e quella dell'ospedale.

Cinzia Gencarelli
Foto © Acri In Rete
Una storia di buona sanità giunge dal centro presilano e protagonista è la piccola Erika. A parlare della sua vicenda la madre, la quale fin dall'inizio della malattia della propria figlia non ha mai perso le speranze in Dio e nei medici. Proprio la madre, ad oltre un anno dal ricovero della sua piccola, ringrazia il personale medico e paramedico dell'unità pediatrico dell'Ospedale dell'Annunziata, ed in particolare il primario Domenico Sperlì.
Una vivace bambina di un anno e mezzo che fin dai primi mesi di vita ha vissuto una e vera e propria odissea, dalla comparsa di macchioline sul suo viso e poi su tutto il corpo, simili alle lentiggini, fino al ricovero in ospedale.
Portata all'Unità pediatrica dell'Annunziata, alla piccola Erika le è stata diagnosticata una piastropenia, le sono state trovate delle petecchie, urgentemente le è stato eseguito un emocromo che segnò l'abbassamento delle piastrine sotto il limite, ed a seguire la prima trasfusione, la prima di una lunga serie.
Lì abbiamo conosciuto il primario del reparto di pediatria Domenico Sperlì, non è un santo - racconta la madre - è solo un uomo che ha dato tanta speranza ad Erika ed a noi familiari. A volte una parola di conforto da una persona umana aiuta più di tante medicine. Lo ha fatto anche con la mia Erika.
Erika è stata ricoverata per due mesi all'Annunziata e ogni giorno era sottoposta ad analisi e controlli.
"E' stata ricoverata il 14 dicembre del 2004 e da quel giorno per mia figlia è iniziata l'odissea di analisi che durò due mesi. Sperlì e la sua equipe ha fatto tanto per lei".
A pochi giorni di distanza dal ricovero, Erika inizia a ad avere difficoltà nel respirare.
"Dopo un Rx toracico il dott. Sperlì ha comunicato a me e a mio marito che Erika aveva incontrato un virus ai polmoni e che potevamo sperare in un miglioramento solo dopo le 72 ore. In quelle lunghe ore Sperlì e gli infermieri hanno sofferto con noi. La notte della vigilia di Natale mia figlia è rinata, la cura non dava tante speranze ma mia figlia si è svegliata e c'è l' ha fatta. Aspettare i risultati delle analisi - racconta la madre - i pianti interrotti di Erika, non era facile tutto questo ma loro erano lì, ed il dott. Sperlì ha avuto una buona parola per Erika e per me. Adesso a distanza di tempo Erika sta meglio e quando la vedo correre per casa sorrido pensando che ha rivisto la luce, dire grazie è poco perché hanno ridato la gioia di vivere ad Erika".

PUBBLICATO 4/5/2006

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