Non si è fatta attendere la replica dell'assessore comunale al Bilancio, Mario Bonacci, al duro attacco sferrato dall'Udc.
"Innanzitutto - scrive Bonacci in una nota - occorrerebbe conoscere il significato di "bilancio di previsione", ma su questo è bene sorvolare, poiché si tratta di aspetti tecnici e non politici.
Quello che mi preme sottolineare è come questo Bilancio abbia avuto il parere favorevole del collegio dei Revisori dei conti: professionisti capaci, non asserviti alla politica e che non hanno espresso riserve sul documento finanziario, ma hanno consigliato di monitorare la spesa, così come impone del resto anche il Patto di stabilità.
Relativamente alle previsioni sulle entrate fiscali, con particolare riferimento alla vendita del bosco di Pietramorella, è opportuno ricordare che si tratta di obiettivi che l'amministrazione comunale sta inseguendo con costanza.
Il Consuntivo ci dirà quanto saremo riusciti a fare e se le critiche abbiano un fondamento.
L'Udc - prosegue il comunicato - tuttavia non può dimenticare che nel 2005 questa amministrazione comunale è riuscita a sanare una marea di debiti ereditati dalla precedente giunta: fornitori, spese legali, contributi Scau, per circa due milioni di euro.
Solo per senso di responsabilità non li abbiamo portati come debiti fuori Bilancio, considerato che, in tal caso, i cittadini ne avrebbero pagato le conseguenze in termini di servizi mancanti e soprattutto i creditori avrebbero atteso anni per essere pagati.
Non può dare lezioni, in materia finanziaria, chi porta come residui passivi i proventi della vendita dei biglietti per gli spettacoli estivi; chi ha squilibrato la spesa del personale regalando migliaia di ore di straordinario agli amici e agli amici degli amici; chi, facendo gli interessi di pochi, si costituiva in vertenze legali che, se chiuse in prima istanza, avrebbero fatto risparmiare migliaia di euro al Comune.
Noi abbiamo programmato tutto in funzione del benessere dei cittadini, liberi di poterlo fare perché la nostra maggioranza non ha tessitori che scelgono la tela, ma è formata da uomini che servono la politica e non se ne servono.
La "finanza creativa" appartiene a coloro che di creativo hanno lasciato solo debiti".