Riuscita la manifestazione organizzata dalla La federazione provinciale dei Comunisti Italiani di Cosenza.
Nella sala consiliare di Palazzo San Severino-Falcone - con una buona presenza di pubblico - si è dibattuto sul tema "Donna, lavoro, diritti".
La manifestazione ha rappresentato anche l'apertura della campagna elettorale del Pdci. Dopo l'introduzione di Ketty Gaccione, componente del comitato federale del Pdci cosentino - improntata sulle ragioni storiche della Festa della donna - e dopo i saluti dell' Assessore ai Servizi Sociali, Amedeo Gabriele e del Segretario del Pdci acrese Vincenzo Gaccione, è intervenuto Antonio Morrone, Segretario provinciale del partito.
Morrone, si è detto orgoglioso della linfa che sta caratterizzando i Comunisti Italiani, suggellata, a livello locale, da adesioni sempre più crescenti, tra cui, ultima arrivata ma di grande simbolicità, quella dell'ex sindaco di Acri, Angelo Rocco.
Soddisfazione per il "rientro" di Rocco, verrà espressa nel corso della serata, anche da parte dell' ex Segretario regionale della Cgil, Pignataro, e dall'Assessore regionale Tripodi. Dopo l'intervento di Luciano Manfrinato, assessore provinciale e candidato alla Camera dei Deputati, è stata la volta di Fernando Pignataro, candidato di prestigio per Montecitorio, proprio nelle file del partito di Diliberto. Pignataro, non si è ancora scrollato di dosso l'identità di sindacalista e si nota subito dagli "slogan scalda piazza" del suo intervento. " Rispetto alla politica spregiudicata del governo Berlusconi - dice - all'egoismo, al competere per forza, alla legge del più forte, noi contrapponiamo i diritti, la solidarietà, il lavoro, l'emancipazione. Tenendo ben presente che l'emancipazione della donna non ci può essere se non c'è lavoro. Un altro punto importante - continua Pignataro - è che l'autodeterminazione della donna non deve essere messa in discussione ". Segue l'intervento del Magnifico Rettore dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria, Alessandro Bianchi, candidato al Senato per la lista che vede correre assieme Verdi e Pdci. "La politica - dice il Rettore, riprendendo i principi fondanti di Progetto Calabrie - ha bisogno di un bagno di Etica. C'è troppo distacco fra i rappresentanti politici ed i cittadini. Chi sarà eletto dovrà essere in grado di rappresentare questa nostra regione. Spesso, questo non è accaduto. Lo indicano tutti gli indicatori che, da decenni, mostrano un arretramento economico, sociale e culturale della Regione. Dal Censis, emerge per la Calabria, un indice di povertà doppio rispetto alla media nazionale".
L'Assessore regionale all' Urbanistica, Michelangelo Tripodi, ricorda la sua proposta di istituire il Consiglio Regionale dei giovani ed i "pericoli di integralismo cattolico" provenienti dalla gerarchie ecclesiastiche. Dopo gli interventi di Adele Caddia Iazzolino, candidata per i Comunisti Italiani alla Camera dei Deputati e della psicologa Ombretta Ciapini - interessante la sua disamina antropologica della donna moderna ancora troppo ancorata a stereotipi dai quali può affrancarsi generando un sano amore verso la propria identità - ha concluso la serata Katia Belillo, parlamentare e candidata alla Camera dei Deputati. La Belillo - uno dei personaggi più rappresentativi del Pdci a livello nazionale - ha parlato per venti minuti - a braccio - di economia, politica e valori. "Le pari opportunità non devono essere solo delle donne nei confronti degli uomini. Tutti gli individui appartenenti alle varie categorie sociali devono avere gli stessi diritti e le stesse opportunità. Cinque anni di governo delle destre hanno riportato indietro i diritti fondamentali. Io, però, sono ottimista: aumentano i comunisti, che credono nella libertà e nelle democrazia che noi inseguiamo".
Giù, poi, da "compagna" navigata, colpi sulla politica liberista che aveva visto nella globalizzazione e nel libero mercato gli strumenti per l'emancipazione dei popoli. "Con il Mercato non c'è l'Eden… ci dicevano siete passati, obsoleti, voi e le vostre bandiere…la tecnologia porterà il progresso inevitabilmente. Ma non è stato così. Il mondo va indietro, il 20% di esso si mangia l'80% delle risorse. Un gruppo ristretto tira il filo dell'economia mondiale; gli azionisti vogliono cancellare tutte le regole per poter meglio fare soldi. Il simbolo del comunismo è ancora il simbolo del lavoro etico. Non dimentichiamo che solo quando ci sarà un salario per tutti, gli uomini e le donne potranno essere liberi. Noi del Pdci riaccendiamo i riflettori sul diritto al lavoro. E per questo che diciamo che la Legge 30 - la legge Biagi - va cancellata. Le sinistre italiane devono essere unite contro il sogno di Berlusconi: un sogno che generà una società di pochi ricchi e molti poveri".
Fa anche un'apparizione - a dire il vero piuttosto fugace - il sindaco Elio Coschignano. "Ben venga il consumismo dell'8 Marzo - dice fra le altre cose il Primo cittadino - se serve a organizzare belle manifestazioni come quella di stasera".