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Un pezzo di Acri a Pisa.

Giuseppe Forte
Foto © Acri In Rete
Sabato 16 settembre, in uno dei più bei posti di Pisa, la chiesa della Spina, si è aperta la II edizione della festa Calabrese. Non poteva esserci prologo migliore che l'esposizione delle opere di Silvio Vigliaturo. Il maestro Vigliaturo è stato accolto dalle autorità, dall'Associazione e da tantissimi Giovani della scuola d'arte di Pisa.
Anche quest'anno in molti arriveranno in Toscana; questo è un bene. L'anno scorso, in occasione della prima edizione, nonostante i numerosi problemi logistici, è stato un piacere vedere tra gli stand tantissimi di Acri, le immagini della mia città, i sapori conosciuti. L'opportunità di esporre e di far conoscere i nostri prodotti, di misurarsi con realtà diverse , di percepire (come avranno notato coloro presenti l'anno scorso) la voglia tra le persone, come qui a Pisa di diversa origine geografica e culturale, l'entusiasmo nella ricerca delle nostre tradizioni culturali e gastronomiche.
Acri e il suo vastissimo territorio è dotata di "talenti", di persone che hanno la voglia di fare, di misurarsi e affrontare nuove sfide. Non era così anni fa; oggi c'è qualcosa di nuovo. E sull'arte dell'accoglienza e della buona qualità della vita che bisognerebbe maggiormente puntare; sulla nostra Sila immensa e maestosa, sulla nostra storia fatta di lotte e passioni, sulla bellezza del paesaggio da preservare, sui talenti da "liberare". Credetemi, questo sabato mattina passato, coloro i quali stupiti mi dicevano "ma allora Vigliaturo è di Acri, dovremmo proprio venirci . .ma davvero c'è un museo con tute queste opere? ." e osservazioni di questo tipo, mi hanno spinto a intervenire nuovamente su questo portale, encomiabile per la sua funzione e per il servizio reso alla collettività. Quella sera a cena con Silvio Vigliaturo abbiamo parlato di Acri e di un possibile suo futuro fatto di potenzialità che devono esplicarsi in una maggiore consapevolezza nei mezzi a disposizione, nelle fortune che la natura ci ha dato, nell'antica capacità di essere un popolo accogliente e di mezzo tra la montagna e il mare, punto ideale per i "viandanti e i ricercatori". Dunque esportiamo un nostro modello, costruiamolo con tale consapevolezza, puntando "effettivamente" sulle nostre tipicità. Non c'è spazio in questo tempo per le cose di scarsa qualità, e non si può pensare che si possa rimanere "piccoli" e andare avanti con il "megliu sudi ca meadi accumpajeati!!". Bisogna mettere a sistema le forze disponibili, consorziare i produttori, creare un paniere di prodotti da esportare, progettare dei percorsi guidati e riconosciuti dei nostri luoghi da far visitare; dal bellissimo museo di Sibari, passando e fermandosi nel clima di Acri, tra un centro storico per lo più ancora intatto e da far rivivere oltre i progetti decennali che vanno sostanziati, e fin su nei boschi della Sila Greca e Sila Grande.
Quest'anno non potrò essere presente nei giorni dello svolgimento della festa perché in delegazione per il Comune di Pisa in Cina; di questo me ne dispiaccio. E' stato un piacere stare quei giorni nel cuore di Pisa che era anche un po' Acri; spero lo sia anche quest'anno. Il mio Augurio è che sia una bella festa, che sia produttiva e piacevole, che sia un momento di crescita e di divertimento.



PUBBLICATO 19/9/2006

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