Museo Vigliaturo, una proposta.
Piero Cirino
L'intenzione di chi l'ha promosso, e quindi anche dell'artista, è quella di creare le premesse affinché Acri possa raggiungere una nuova dimensione culturale, in grado di ampliare i suoi confini geografici. L'intento è nobile e può riuscire, a patto che si riesca a coinvolgere nell'impresa le energie migliori della comunità acrese. Ciò che può nuocere, per converso, è la permanenza di steccati politici, capaci solo di produrre divisioni e mancanza di coesione. L'iter che ha portato alla creazione del museo, a tal riguardo, può essere esemplare e può rappresentare la stella polare da seguire. Non staremmo a parlare di museo Vigliaturo se negli scorsi mesi gli amministratori non si fossero mossi seguendo una logica bypartisan. Se, da destra e da sinistra, ci si fosse unicamente preoccupati di salvaguardare interessi di parte, piuttosto che garantire la possibilità di una presenza in grado di elevare il livello culturale della città, oggi parleremmo dell'ennesimo fallimento. Fortunatamente non è così. All'amministrazione Tenuta va riconosciuta l'intuizione del progetto, a quella attuale l'intelligenza di completarlo. La giunta di centro-destra non si è preoccupata di conoscere il colore dell'eventuale tessera politica di Vigliaturo, ma ha deciso di investire sul suo talento e sui benefici influssi che potenzialmente il museo potrà dispiegare su Acri. Quella di centrosinistra non si è curata della primogenitura, ma di terminare il cammino già intrapreso. Insomma, il museo civico "Silvio Vigliaturo", oltre che essere un'idea condivisibile, si è dimostrato anche un progetto condiviso. E questo rappresenta, anche in considerazione della storia politico-amministrativa recente, un ottimo viatico. E' stata pregna di valore simbolico la scelta della vedova del Prof. Giuseppe Tempesta quale testimone nella stipula dell'atto di donazione delle opere del maestro Vigliaturo al museo. Sarebbe auspicabile, a mio avviso, anche un ulteriore passo. L'assessore Tempesta rappresenta oggi il simbolo di un progetto condiviso da tutti. Si è speso molto per l'istituzione del museo, e lo ha fatto in una stagione politica carica di veleni e polemiche feroci. Se oggi l'obiettivo è stato raggiunto, occorre riconoscere al Prof. Tempesta meriti che il clima politico di diversi mesi fa amplifica enormemente. Sia per il valore simbolico di unità di intenti dell'intera comunità, che per riconoscenza a un assessore che è riuscito laddove altri avevano fallito, talvolta volutamente fallito, ritengo opportuna la presenza, all'interno del museo, di qualcosa che ricordi Giuseppe Tempesta. L'ideale sarebbe l'intitolazione di una sala, ma altre idee potrebbero essere prese in considerazione. La nascita del museo è indissolubilmente legata all'opera svolta dall'ex assessore comunale alla Cultura. Conosco sia il sindaco che l'assessore al ramo, e so che sono in grado di riconoscere anche i meriti di chi milita sotto altre bandiere politiche, e so che l'attuale clima politico-amministrativo potrebbe, a tal fine, essere propizio. Così come, sia l'artista che il direttore artistico del museo, che finora hanno dato prova di sensibilità e sintonia con la città, sono certo che accoglierebbero volentieri questa proposta. Io ho sempre lamentato la mancanza di valide politiche culturali durante l'amministrazione Tenuta. Non è questa la sede per inopportune riabilitazioni postume, che puzzerebbero troppo di retorica. Né ritengo opportuno riprendere quelle critiche che oggi avrebbero il sapore di sterili polemiche. Lasciamo agli storici della politica giudizi che oggi potrebbero essere inficiati da logiche di appartenenza o dalla mancanza di una prospettiva di lungo periodo. La vicenda del museo Vigliaturo fa comunque emergere una brillante intuizione, che senza il compianto Prof. Tempesta sarebbe rimasta tale. Oggi è un progetto dalle potenzialità considerevoli, e per questo la città deve tributare all'ex assessore alla cultura il giusto riconoscimento e la meritata riconoscenza. |
PUBBLICATO 11/11/2005
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