Anfiteatro, scontro in consiglio comunale.
Piero Cirino
Ben due interruzioni hanno infatti dilatato oltremodo i tempi entro cui contenere la relativa discussione. La prima è stata chiesta dalle opposizioni di centro-destra, per un consulto tra i capigruppo consiliari su come procedere nella trattazione dell’ordine del giorno. La pausa doveva durare dieci minuti e si è protratta per circa un’ora. Medesima durata per la seconda interruzione, dovuta a un guasto all’impianto elettrico di palazzo Sanseverino-Falcone. Ben cinque dei sette punti all’ordine del giorno sono stati rinviati. La discussione si è prevedibilmente accesa in occasione del rendiconto dell’Estate acrese, cioè degli spettacoli estivi organizzati dall’amministrazione comunale. Ha relazionato l’assessore allo Spettacolo, Vincenzo Oliva. Egli ha spiegato che durante il periodo estivo, nonostante l’amministrazione comunale si sia insediata a metà maggio, sono state organizzate più di cinquanta serate, con una proposta variegata di iniziative. Oliva ha orgogliosamente rivendicato il successo ottenuto dalla rassegna “AmphiteAcri”, che si è tenuta in agosto nell’anfiteatro comunale. Secondo quanto detto dall’assessore al ramo, l’amministrazione comunale ha spesso per tutti gli spettacoli estivi 173 mila euro. Considerati i contributi regionali (160 mila euro) e gli incassi di alcuni spettacoli, alla fine dal bilancio comunale andranno prelevati circa settemila euro. Il successo di “AmphiteAcri” poi va spiegato con un’idea che rappresenta il classico uovo di Colombo: l’amministrazione comunale ha ceduto, per i grandi concerti di agosto, una grossa quota di rischio a una società privata, che ha gestito gli incassi in cambio di un contributo, e con la condizione di tenere bassi i prezzi dei biglietti. Così per i concerti di Bennato (l’unico a non essere gestito da questa società), Elisa, De Gregori, Meneguzzi e i Nomadi l’amministrazione comunale ha speso circa 55 mila euro. A dare fuoco alle polveri è stato un ragionamento quasi paradossale dell’ex sindaco Nicola Tenuta, oggi consigliere di minoranza dell’Udc. Tenuta, sconfessando il suo retroterra politico, ha assurdamente contestato la “gestione delegata” dell’anfiteatro. In sostanza, il Comune dovrebbe gestire in proprio la rassegna dell’anfiteatro, senza l’intercessione di privati. Tenuta, che appartiene a una cultura politica tutt’altro che chiusa verso i privati, per l’anfiteatro si ritrova a difendere posizioni politiche quantomeno paradossali. L’andamento della discussione si è poi incaricata di dimostrare che per l’opposizione questo tipo di atteggiamento si è rivelato suicida. Sorprende che un politico solitamente avveduto come Nicola Tenuta si possa infilare in un vicolo cieco così facilmente. E’ tanto più incomprensibile il discorso dell’ex sindaco quanto più si pensa che anche nel periodo in cui era in carica la rassegna venne gestita da una società privata alla quale faceva capo un direttore artistico. Non è il principio, cioè la decisione di affidarsi ai privati che può essere messo in discussione, ma il merito di quella decisione. E’ valida se permette di risparmiare sui costi ottenendo servizi di utilità collettiva, che è il fine ultimo di un ente pubblico. A inizio seduta vi è stata la commemorazione della barbara morte di Francesco Fortugno. E’ stato elaborato un ordine del giorno, approvato all’unanimità, che verrà consegnato al consiglio regionale e alla sua famiglia. |
PUBBLICATO 24/10/2005
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