Un furto finito in tragedia. Questo è stato l'omicidio dell'ex questore Arrigo Molinari, ucciso in una stanza dell'Hotel Ariston di Andora (Savona), di sua proprietà. Luigi Verri, l'aiuto cuoco fermato dagli inquirenti per omicidio volontario, che aveva ammesso di essersi introdotto nella residenza di Molinari ma di averlo trovato già cadavere, ha confessato: voleva rubare le pistole che l'ex questore aveva in casa poi, sorpreso e forse anche riconosciuto, ha perso la testa e lo ha ucciso a coltellate. Verri ha rilasciato le nuove ammissioni questa mattina al suo avvocato, Fabrizio Vincenzi, ma dovrà ripetere le stesse dichiarazioni al procuratore della Repubblica, Vincenzo Scolastico, che lo interriogherà nel pomeriggio. L'uomo, ieri, aveva ammesso di essersi introdotto nell'appartamento dell'ex questore ma aveva precisato di averlo fatto solo per rubare; solo in un secondo momento, aveva detto, si sarebbe accorto del cadavere, si sarebbe sporcato con il sangue della vittima prima di fuggire lasciando però delle tracce anche perché si era ferito a una mano rompendo un vetro. Sembra inoltre accertato che tra Molinari e Verri (che ha precedenti penali per reati contro il patrimonio) vi sarebbe stata, di recente, una lite, conseguenza del mancato pagamento dell'affitto di un bungalow del complesso turistico di proprietà dello stesso ex questore. Questa mattina, intanto, gli agenti della polizia scientifica sono tornati ad Andora per cercare un sacchetto di carta contenente un cric e un paio di pantaloni sporchi di sangue, che Verri dice di aver gettato sul greto del torrente Merula. Il corso d'acqua scorre proprio a fianco del complesso turistico Ariston, di proprietà della famiglia Molinari, in cui si è consumato il delitto.