Intervista Letto 2542  |    Stampa articolo

Rocco e i suoi pensieri.

Garotti & Garotto
Foto © Acri In Rete
Senza nemmeno avvisarlo ci presentiamo col registratore in mano da Angelo Rocco e gli chiediamo di rispondere ad alcune nostre domande. Ci accoglie con un sorriso, non ha motivo di rifiutare e, nelle ultime sue battute prima dei saluti, in risposta ad una domanda sul mondo giovanile, capiamo il perché: se "l'interesse dei giovani c'è gli devi solo dare la possibilità di fare".
La possibilità di fare informazione, di dare spazio a tutti, di esprimere la nostra opinione, ce la siamo creati con questo sito, fare un giornale su carta sarebbe stato troppo ma troppo costoso.
Angelo Rocco preferisce la carta stampata, sapendo questo gli abbiamo portato una copia della recente intervista al Senatore Trematerra e da lì non possiamo che chiedergli, a lui che negli ultimi quarant'anni è stato un amministratore di questo paese, se ritiene veritiera la rivendicazione del senatore di avere, in cinque anni di governo di centro destra, fatto opere pubbliche che nessun governo di sinistra aveva mai fatto.

"Io non condivido il giudizio del Senatore, se voi avete seguito i consigli comunali (della passata amministrazione) avevo chiesto al sindaco Tenuta di tenere un dibattito pubblico in cui fosse possibile analizzare tutta l'attività dell'amministrazione comunale, perchè a me pare che al di là della pavimentazione della piazza, c'hanno aggiunto qualcosa all'ultimo momento: il palazzetto dello sport, la caserma interventi studiati a posta per dire abbiamo fatto questo, una soluzione complessiva dei problemi di Acri non l'ho vista, ho visto piccoli interventi molte volte di natura clientelare e quindi io questo giudizio non lo condivido"

Parte in quarta, da vecchia volpe della politica dosa le parole, guarda diritto in faccia, non si scompone, gesticola quel tanto che basta per sottolineare il concetto e aspetta di capire cosa vogliamo da lui, il perché di questa intervista
"anche nel campo dei lavori pubblici noi abbiamo avuto momenti durante le amministrazioni di sinistra, in cui si sono costruiti km di strade, via Merolini, le cooperative, tutta la pavimentazione del centro storico da Padia a Cappuccini, sono stati spesi centinaia di milioni per opere pubbliche; tutta la rete di acquedotti, avevamo una situazione in cui ad Acri non c'era acqua, si distribuiva acqua un giorno si e un giorno no, le fognature non esistevano e noi abbiamo dotato il paese di una rete fognaria e di depurazione moderna, sono opere che si dovevano fare e le abbiamo fatte, io dissi in consiglio a Tenuta: me la indicate una strada che avete costruito in 5 anni? Me lo indicate un acquedotto? Me la indicate una fognatura un impianto di pubblica illuminazione (sulla illuminazione hanno fatto piccoli interventi)? Una rete idrica? Diciamo che opere importanti fatte dal centro destra non ne ho viste. Con buona pace del senatore Trematerra!
Sarebbe pure comprensibile dire l'ho fatta io, ma una personalità che ha avuto il potere e i ruoli del Senatore avrebbe dovuto lasciare una impronta diversa. Questo non significa che io ho disistima del senatore ma i risultati sono stati molto modesti
."

Prima di passare ad altro gli vogliamo far notare che il Senatore ha mostrato una certa apertura per dare, da parlamentare, un contributo anche a questa nuova amministrazione di centro sinistra
"Se ci sono le condizioni a collaborare è un appello utile, se può dare un contributo alla soluzione dei problemi di Acri il sindaco ha il dovere di utilizzarlo"

E poi dice come in passato "in alcune occasioni il Senatore Trematerra, per esempio quando si dovevano approvare alcuni provvedimenti come il fondo sollievo, si sia prodigato molto, anche se la direttiva di approvare il progetto e di consentire il finanziamento era stata data dal presidente della giunta, ma anche Trematerra ha fatto la sua parte e poi ritengo che lui non può mettere in difficoltà un paese, come figura istituzionale va bene, e va bene che faccia vedere che col suo interessamento i problemi si risolvono, ma purtroppo dall'amministrazione Tenuta mi sarei aspettato di più."

Anche questa volta salta la scaletta delle domande, sarà che siamo due improvvisati e dilettanti intervistatori, sarà che l'interlocutore si mostra ora alquanto disponibile ad uscire dagli schemi, lui che da fuori sembra un arrugginito quadro di partito; saranno queste e altre cose tra cui il fatto che il nostro obiettivo è quello di raccogliere l'opinione di una persona che dal 1962 è in politica attiva, e se la domanda che ci viene sarà pure banale: Secondo lei bisogna rimettere mano all'assetto urbano di Acri? La risposta sembra parecchio moderna:
"dobbiamo avere un'idea di come si evolve questo paese di come vogliamo che diventi da qui a cinque anni, non con i piccoli interventi ma con un'idea di sviluppo; un'idea che mobiliti risorse ed energie che faccia uscire da questa situazione di isolamento Acri e negli ultimi cinque anni non l'abbiamo visto, eppure erano anni favorevoli quelli della giunta Tenuta, perché c'erano i fondi comunitari che sono stati sminuzzati in piccoli interventi di opere pubbliche, ma un tessuto connettivo che incidesse nella struttura economica e sociale del paese non c'è stato."

Il ghiaccio è oramai rotto e senza troppi giri di parole gli butto lì la cosa che ci frulla in testa da tempo, forse la vera origine della nostra intervista: è lei il Grande Vecchio della sinistra acrese?
"Grande Vecchio della sinistra?"
Ci rigira la domanda con un sorriso
"Assolutamente no, sono un militante della sinistra che attualmente non ha voluto giocare un ruolo di preminenza altrimenti avrei avuto anche i numeri per farlo; nel momento in cui si sono create delle condizioni mi sono defilato e non è vero che io intervengo nei fatti della amministrazione comunale perché io di quello che succede in comune non ne so niente non so nemmeno quello che pubblicate voi!"
Per aggiungere dopo una breve pausa:
"Dire il Grande vecchio è dire uno che manovra, sono semplicemente un militante di un movimento che è l'Ulivo per acri che si sta distinguendo per la sua correttezza e linearità; non ha fatto nessun problema nell'assegnazione degli incarichi come sono andate le cose le abbiamo accettate e quindi parlare di questo grande vecchio mi pare una fantasia, inconsistente.
"

Il clima è oramai disteso e la conversazione non può che fare un passo indietro di cinque anni, alla sua ultima esperienza da Sindaco era il 1999:
"Innovai dal punto di vista anagrafico la giunta, ma anche dei contenuti perché abbiamo affrontato problemi seri; se vai a vedere i documenti del consiglio comunale nel periodo 1998/99 ti rendi conto dei problemi che sono stati affrontati e sono importanti. Partendo da un problema di metodo perché noi volevamo riportare il consiglio comunale al centro della iniziativa politica, il motore diciamo di attuazione del programma doveva essere il consiglio in un rapporto corretto anche con le opposizioni purtroppo non è stato capito. Il consiglio comunale ha gestito direttamente il problema del lavoro, del salumificio, della viabilità, della scuola, il problema della sanità, il problema dei PRU (Piano recupero Urbano) non c'era argomento di interesse generale che non passasse dal consiglio, appunto per mobilitare energie per avviare un confronto serio fra le diverse forze politiche."

Il consiglio al centro della vita politica acrese, ma poi cosa successe?
"si sono fatte scelte di piccolo cabotaggio c'erano dei consiglieri a cui interessavano più le minuzie magari i piccoli interventi che non un disegno complessivo. Anche nei PRU noi avevamo impostato un discorso che avevamo lasciato al consiglio comunale perché nessuno dice che sui PRU non c'è stata una posizione della giunta, la giunta ha semplicemente passato le carte al consiglio che non è stato in grado di approvarli; nel momento in cui è caduta l'amministrazione all'ordine del giorno c'erano: piano regolatore generale, l'adesione al parco nazionale della Sila, c'erano tutti argomenti di estremo interesse e c'era il problema della 660 che noi eravamo riusciti a portare ad un punto che veramente se fosse andato avanti quella linea a quest'ora i lavori della strada sarebbero iniziati; infatti, avevamo avuto un incontro nel mese di giugno col sottosegretario Bargoni che aveva la delega all'ANAS, e la nostra linea era quella di dire: i lavori li fa l'ANAS, così come fa la progettazione anche del primo lotto esecutivo e c'è l'assenso anche della regione e del comune; su questa linea era stato d'accordo anche il Ministero infatti abbiamo un comunicato di Bargoni che dice che la linea da seguire era questa; poi c'è stato il ribaltone e la nuova amministrazione che è ripartita tutta da capo e si sono persi altri cinque anni e ultimamente si è arrivati allo stesso punto in cui eravamo noi nel 1999."

Lei ha parlato dei PRU, fu uno dei motivi per i quali la sua giunta cadde?
"I PRU erano un motivo pretestuoso per farmi cadere, noi non abbiamo portato in consiglio un PRU blindato, abbiamo portato le carte e abbiamo detto decidete voi, lo potevano cambiare, non gli andava bene l'intervento in piazza purgatorio lo potevano cambiare perché non l'hanno fatto? Noi abbiamo portato una proposta aperta che doveva essere gestita del consiglio non dalla giunta, mentre quando c'è stato Tenuta ha portato una proposta della giunta dei PRU, lasciando poco spazio al Consiglio."

Dopo quella caduta di giunta, qualcuno ha rilevato un suo determinante peso nella sconfitta della sinistra nel 2000?
"Certamente non era un peso mio!"
Ci tiene a precisare di non avere pesi sulla coscienza
"È che non si crearono le condizioni per poter ricompattare la sinistra, cosa che è avvenuta adesso; insomma, noi eravamo favorevoli avevamo dato anche delle condizioni c'era stato perfino una proposta nostra di apparentamento poi si andò al ballottaggio e tutte le nostre proposte furono respinte, quindi si è andati ad uno scontro che ha favorito il centro destra, ma certamente non è stata colpa mia. Se oggi avessimo voluto ripercorrere lo stesso itinerario saremmo arrivati alle stesse condizioni, ma pur di non regalare di nuovo il comune al centro destra ci siamo, diciamo, sacrificati e abbiamo detto facciamo una scelta unitaria e speriamo in futuro che abbia i suoi frutti."

Il suo peso non è, attualmente, irrilevante!
"Diciamo che è un peso più di autorità politica e morale, nel senso che io sono stato 40 anni in un partito ho fatto tanti anni l'amministratore l'ho fatto onestamente nessuno mi ha potuto dare addebiti e contestazioni; ritengo io noto, anzi, che nel rapporto con i cittadini c'è un'attenzione nei miei confronti, ma non perchè io mi comporti da uomo di potere che deve prevaricare gli altri all'interno delle formazioni politiche o all'esterno, ma la gente ritiene che se devo esprimere un'opinione la esprimo senza secondi fini in maniera chiara e questo evidentemente piace alla gente, perché penso che la gente vuole una politica più chiara e trasparente, più incisiva."

Nel 1998 durante i lavori di consultazione per creare la sua giunta si era fatto anche il nome dell'attuale sindaco come assessore…non mi lascia finire la domanda e dalla risposta capisco che intuisce non appena apriamo bocca dove vogliamo andare a parare.
"Se ne erano fatti tanti, io avevo chiesto ai partiti datemeli voi i nomi degli assessori purché siano nomi che voi indicate per la loro capacità non tanto per l'appartenenza; l'appartenenza se ne possiamo tenere conto lo facciamo, ma non potete segnalarmi qualcuno per l'esigenza di partito perché le esigenze di partito si soddisfano nei partiti non nel comune dove abbiamo bisogno di gente che amministra nel nome del popolo e con l'impegno di attuare il programma del sindaco stop! Io non ne concepisco altre di esigenze."

Stavolta non mi faccio intimorire dalla forte personalità e lancio la domanda senza nemmeno dargli il tempo di prendere fiato:
Nella formazione della giunta attuale è stata rispettata questa sua filosofia?
"Io non sono a conoscenza di fatti particolari, l'importante che molti di questi principi vengano condivisi se poi li portano avanti con coerenza io non ho elementi per poter giudicare.
Noi parliamo di partiti anche se la crisi del 99 non l'hanno fatta i partiti; i partiti non ne sapevano niente, è stata iniziativa personale di un gruppo di consiglieri quindi non è che possiamo dire i partiti!
."

Le nostre voci di inesperti giornalisti si incrociano in un'unica domanda:
Il sindaco Coschignano ha scelto liberamente?
"La responsabilità delle realizzazione del programma è del sindaco ed è ovvio che deve avere gli uomini che gli danno questa possibilità. Vedi noi siamo così coerenti con questa linea che la formazione nostra, l'ULIVO Per Acri, non ha dato nessun nome al sindaco, è stato il sindaco a scegliere a dare le deleghe non c'è stata nessuna trattativa con noi."

Non si scompone e ha dalla sua una quarantennale esperienza in politica e in dialettica, è piacevole ascoltarlo, discutere e trovarsi d'accordo o in disaccordo, di sicuro uno come lui non può passare inosservato nello scenario politico acrese, ma per spostare la palla su un diverso campo gli chiediamo del proporzionale, lui che è stato candidato per l'elezione alla Camera dei deputati nel 1992
"Il Proporzionale non ha dato buoni risultati in passato, tanto è vero che si è fatta una battaglia per passare al maggioritario, il fatto è che in Italia quando si tratta di correggere qualcosa si pensa sempre di demolire tutto e ripartire da capo, io penso che ci potevano essere dei correttivi per adeguare il sistema proporzionale e dare maggiore stabilità ai governi."

Ma con Angelo Rocco è meglio parlare di politica paesana e ci troviamo d'accordo sul fatto che, in passato, la sinistra di Acri ha contribuito ad eleggere alle alte cariche personaggi non locali e ciò è "stato un limite nostro che ha riguardato i gruppi dirigenti che molte volte hanno dato prova di debolezze, che non sono riusciti ad imporsi perché Acri non è che non avesse personalità che potevano assumere un ruolo più di rilievo, però non siamo stati in grado di farlo perché le divisioni interne hanno favorito poi le altre realtà, sono venuti qui per prendersi i voti e fare i comodi loro."

Sta tutto nel gruppo dirigente il limite della sinistra acrese?
"Ci si accontenta di gestire l'esistente, andrebbe fatta una riflessione politica e capire come può esserci una migrazione di elettori che votano a sinistra alle regionali e poi a destra alle comunali, in presenza di un giudizio non positivo verso l'amministrazione Tenuta che ha fatto quello che ha potuto fare senza dare uno scatto di ripresa a questo paese dove la disoccupazione è quella che è, il piano regolatore ne parliamo con la stessa tiritera ma è sempre lì, lo sviluppo delle piccole aziende non c'è, per le opere pubbliche sostanzialmente non c'è stato un programma significativo ed ampio, i servizi sono sempre quelli che erano: assistenza domiciliare agli anziani e l'assistenza agli handicappati, così come non c'è stato un cambiamento radicale per la cultura con gli ottimi strumenti che abbiamo: anfiteatro, palazzo Falcone, fondazione Padula, strumenti che se valorizzati in pieno possono davvero cambiare il volto del paese."
Ma Acri resta un paese di sinistra nonostante la buona affermazione del centro destra alle elezioni comunali?
"Il risultato delle regionali è stato eclatante e dovrebbe porre un problema per vedere come alle regionali arriviamo al 66 e alle comunale al 46 per vincere di misura al ballottaggio. Sembra che la tendenza dell'elettorato di Acri sia di sinistra a cui non corrisponde poi un voto amministrativo anche perché, poi, c'è una dispersione per clientele o altro e il valore politico di quel voto viene molto attenuato. Questo è un problema che le forze di sinistra non hanno affrontato."

Insomma più che una forte critica alla sinistra, sembra un invito a rinnovarsi.

Siamo ai colpi finali dell'incontro, di questo secondo incontro con un personaggio che per tanti anni è stato un amministratore di questo paese e se per qualche raffinato palato, ad esempio agli utenti del forum del sito lastoriasiamonoi.com, queste nostre interviste sembrano l'atto di un folle o di un ubriaco e non delle perfette sonate per pianoforte, a noi ci danno piacere; il piacere di aver parlato più di un ora con l'amico Gino Trematerra e ora con l'amico Angelo Rocco, entrambi non nostri lettori ma, comunque, pronti a rispondere alle nostre domande, entrambi barricati nelle loro idee, di fronte a due sciagurati e arrangiati nonché improvvidi giornalisti che non vogliono fare politica, ma solo informazione e cercare di rianimare il dibattito in questo paese.

Per finire vogliamo ancora passare qualche altra domanda a Rocco, mentre con lo sguardo guardo dei libri su uno scaffale: storia, letteratura, politica, confessa di leggere di tutto.

I suoi rapporti con la nuova amministrazione o se vuole può dare un giudizio politico su di essa?
"È troppo presto per poter dire, ritengo ci sia tanta buona volontà, che ci siano le condizioni buone; certo, ripeto, i risultati si vedranno se intorno a questa pattuglia di amministratori si creerà un ponte grande che coinvolga il consiglio comunale, i partiti, le forze sociali, per cui la realizzazione del programma non diventa semplicemente un compito di Coschignano ma diventa un fatto corale che coinvolge tante energie, se si ha questo i risultati si vedranno."

Alla domanda se ritornerà in futuro ad attività politica in prima persona, risponde ironicamente:
"Sono militante nell'Ulivo per Acri non mi sono voluto candidare per non essere sempre di mezzo per non fare il grande vecchio perché non mi piace fare il grande vecchio; mi piace dare un contributo ai giovani perché un paese cresce se vanno avanti nuovi gruppi dirigenti perchè un rinnovamento ed un impegno diverso dei gruppi dirigenti riguarda tutti destra e sinistra."

Ma tra le vicende degli ultimi anni quella che non ha mai digerito sembra la caduta della sua giunta nel 1999?
"Non ho condiviso che il partito ha sposato una posizione minoritaria di quelli che hanno fatto la crisi, mentre ci doveva essere un gruppo dirigente più indipendente e neutrale che poteva anche entrare nel merito della crisi….."
Lo interrompo per un'ultima punzecchiatura: Una sinistra acrese che stenta a crescere?
"Stenta purtroppo stenta" ammette "infatti, noi vediamo che i dirigenti del partito della quercia sono gli stessi che hanno fatto la crisi cosa che non è avvenuta da nessuna parte."

Per concludere prima dei saluti uno sguardo al mondo giovanile che ruota intorno ai partiti di sinistra:
"C'è bisogno di un rinnovamento dei gruppi dirigenti con centinai di laureati non siamo in grado di esprimere nulla di diverso?
Noi de l'Ulivo per Acri abbiamo un gruppo di giovani e ci riuniamo ogni martedì, questo è positivo e l'interesse dei giovani c'è, gli devi solo dare la possibilità di fare
."

Grazie per averci dato la possibilità di fare questa intervista, con buona pace dei nostri critici!


PUBBLICATO 23/9/2005

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