Senza nemmeno avvisarlo ci presentiamo col registratore in mano da
Angelo Rocco
e gli chiediamo di rispondere ad alcune nostre domande. Ci accoglie con un
sorriso, non ha motivo di rifiutare e, nelle ultime sue battute prima dei saluti,
in risposta ad una domanda sul mondo giovanile, capiamo il perché: se "
l'interesse
dei giovani c'è gli devi solo dare la possibilità di fare".
La possibilità di fare informazione, di dare spazio a tutti, di esprimere
la nostra opinione, ce la siamo creati con questo sito, fare un giornale su carta
sarebbe stato troppo ma troppo costoso.
Angelo Rocco preferisce la carta stampata, sapendo questo gli abbiamo portato
una copia della recente
intervista
al Senatore
Trematerra e da lì non possiamo che chiedergli, a lui
che negli ultimi quarant'anni è stato un amministratore di questo paese,
se ritiene veritiera la rivendicazione del senatore di avere, in cinque anni di
governo di centro destra, fatto opere pubbliche che nessun governo di sinistra
aveva mai fatto.
"Io non condivido il giudizio del Senatore, se voi avete seguito
i consigli comunali (della passata amministrazione) avevo chiesto al sindaco
Tenuta di tenere un dibattito pubblico in cui fosse possibile analizzare tutta
l'attività dell'amministrazione comunale, perchè a me pare che
al di là della pavimentazione della piazza, c'hanno aggiunto qualcosa
all'ultimo momento: il palazzetto dello sport, la caserma interventi studiati
a posta per dire abbiamo fatto questo, una soluzione complessiva dei problemi
di Acri non l'ho vista, ho visto piccoli interventi molte volte di natura clientelare
e quindi io questo giudizio non lo condivido"
Parte in quarta, da vecchia volpe della politica dosa le parole, guarda diritto
in faccia, non si scompone, gesticola quel tanto che basta per sottolineare
il concetto e aspetta di capire cosa vogliamo da lui, il perché di questa intervista
"anche nel campo dei lavori pubblici noi abbiamo avuto momenti durante
le amministrazioni di sinistra, in cui si sono costruiti km di strade, via Merolini,
le cooperative, tutta la pavimentazione del centro storico da Padia a Cappuccini,
sono stati spesi centinaia di milioni per opere pubbliche; tutta la rete di
acquedotti, avevamo una situazione in cui ad Acri non c'era acqua, si distribuiva
acqua un giorno si e un giorno no, le fognature non esistevano e noi abbiamo
dotato il paese di una rete fognaria e di depurazione moderna, sono opere che
si dovevano fare e le abbiamo fatte, io dissi in consiglio a Tenuta: me la indicate
una strada che avete costruito in 5 anni? Me lo indicate un acquedotto? Me la
indicate una fognatura un impianto di pubblica illuminazione (sulla illuminazione
hanno fatto piccoli interventi)? Una rete idrica? Diciamo che opere importanti
fatte dal centro destra non ne ho viste. Con buona pace del senatore Trematerra!
Sarebbe pure comprensibile dire l'ho fatta io, ma una personalità che ha avuto
il potere e i ruoli del Senatore avrebbe dovuto lasciare una impronta diversa.
Questo non significa che io ho disistima del senatore ma i risultati sono stati
molto modesti."
Prima di passare ad altro gli vogliamo far notare che il Senatore ha mostrato
una certa apertura per dare, da parlamentare, un contributo anche a questa nuova
amministrazione di centro sinistra
"Se ci sono le condizioni a collaborare è un appello utile, se può dare
un contributo alla soluzione dei problemi di Acri il sindaco ha il dovere di
utilizzarlo"
E poi dice come in passato "in alcune occasioni il Senatore Trematerra,
per esempio quando si dovevano approvare alcuni provvedimenti come il fondo
sollievo, si sia prodigato molto, anche se la direttiva di approvare il progetto
e di consentire il finanziamento era stata data dal presidente della giunta,
ma anche Trematerra ha fatto la sua parte e poi ritengo che lui non può
mettere in difficoltà un paese, come figura istituzionale va bene, e
va bene che faccia vedere che col suo interessamento i problemi si risolvono,
ma purtroppo dall'amministrazione Tenuta mi sarei aspettato di più."
Anche questa volta salta la scaletta delle domande, sarà che siamo due improvvisati
e dilettanti intervistatori, sarà che l'interlocutore si mostra ora alquanto
disponibile ad uscire dagli schemi, lui che da fuori sembra un arrugginito quadro
di partito; saranno queste e altre cose tra cui il fatto che il nostro obiettivo
è quello di raccogliere l'opinione di una persona che dal 1962 è in politica
attiva, e se la domanda che ci viene sarà pure banale: Secondo lei bisogna rimettere
mano all'assetto urbano di Acri? La risposta sembra parecchio moderna:
"dobbiamo avere un'idea di come si evolve questo paese di come vogliamo
che diventi da qui a cinque anni, non con i piccoli interventi ma con un'idea
di sviluppo; un'idea che mobiliti risorse ed energie che faccia uscire da questa
situazione di isolamento Acri e negli ultimi cinque anni non l'abbiamo visto,
eppure erano anni favorevoli quelli della giunta Tenuta, perché c'erano
i fondi comunitari che sono stati sminuzzati in piccoli interventi di opere
pubbliche, ma un tessuto connettivo che incidesse nella struttura economica
e sociale del paese non c'è stato."
Il ghiaccio è oramai rotto e senza troppi giri di parole gli butto lì
la cosa che ci frulla in testa da tempo, forse la vera origine della nostra
intervista: è lei il Grande Vecchio della sinistra acrese?
"Grande Vecchio della sinistra?"
Ci rigira la domanda con un sorriso
"Assolutamente no, sono un militante della sinistra che attualmente non
ha voluto giocare un ruolo di preminenza altrimenti avrei avuto anche i numeri
per farlo; nel momento in cui si sono create delle condizioni mi sono defilato
e non è vero che io intervengo nei fatti della amministrazione comunale perché
io di quello che succede in comune non ne so niente non so nemmeno quello che
pubblicate voi!"
Per aggiungere dopo una breve pausa:
"Dire il Grande vecchio è dire uno che manovra, sono semplicemente un militante
di un movimento che è l'Ulivo per acri che si sta distinguendo per la sua correttezza
e linearità; non ha fatto nessun problema nell'assegnazione degli incarichi
come sono andate le cose le abbiamo accettate e quindi parlare di questo grande
vecchio mi pare una fantasia, inconsistente."
Il clima è oramai disteso e la conversazione non può che fare
un passo indietro di cinque anni, alla sua ultima esperienza da Sindaco era
il 1999:
"Innovai dal punto di vista anagrafico la giunta, ma anche dei contenuti
perché abbiamo affrontato problemi seri; se vai a vedere i documenti
del consiglio comunale nel periodo 1998/99 ti rendi conto dei problemi che sono
stati affrontati e sono importanti. Partendo da un problema di metodo perché
noi volevamo riportare il consiglio comunale al centro della iniziativa politica,
il motore diciamo di attuazione del programma doveva essere il consiglio in
un rapporto corretto anche con le opposizioni purtroppo non è stato capito.
Il consiglio comunale ha gestito direttamente il problema del lavoro, del salumificio,
della viabilità, della scuola, il problema della sanità, il problema
dei PRU (Piano recupero Urbano) non c'era argomento di interesse generale che
non passasse dal consiglio, appunto per mobilitare energie per avviare un confronto
serio fra le diverse forze politiche."
Il consiglio al centro della vita politica acrese, ma poi cosa successe?
"si sono fatte scelte di piccolo cabotaggio c'erano dei consiglieri
a cui interessavano più le minuzie magari i piccoli interventi che non
un disegno complessivo. Anche nei PRU noi avevamo impostato un discorso che
avevamo lasciato al consiglio comunale perché nessuno dice che sui PRU
non c'è stata una posizione della giunta, la giunta ha semplicemente
passato le carte al consiglio che non è stato in grado di approvarli;
nel momento in cui è caduta l'amministrazione all'ordine del giorno c'erano:
piano regolatore generale, l'adesione al parco nazionale della Sila, c'erano
tutti argomenti di estremo interesse e c'era il problema della 660 che noi eravamo
riusciti a portare ad un punto che veramente se fosse andato avanti quella linea
a quest'ora i lavori della strada sarebbero iniziati; infatti, avevamo avuto
un incontro nel mese di giugno col sottosegretario Bargoni che aveva la delega
all'ANAS, e la nostra linea era quella di dire: i lavori li fa l'ANAS, così
come fa la progettazione anche del primo lotto esecutivo e c'è l'assenso
anche della regione e del comune; su questa linea era stato d'accordo anche
il Ministero infatti abbiamo un comunicato di Bargoni che dice che la linea
da seguire era questa; poi c'è stato il ribaltone e la nuova amministrazione
che è ripartita tutta da capo e si sono persi altri cinque anni e ultimamente
si è arrivati allo stesso punto in cui eravamo noi nel 1999."
Lei ha parlato dei PRU, fu uno dei motivi per i quali la sua giunta cadde?
"I PRU erano un motivo pretestuoso per farmi cadere, noi non abbiamo
portato in consiglio un PRU blindato, abbiamo portato le carte e abbiamo detto
decidete voi, lo potevano cambiare, non gli andava bene l'intervento in piazza
purgatorio lo potevano cambiare perché non l'hanno fatto? Noi abbiamo
portato una proposta aperta che doveva essere gestita del consiglio non dalla
giunta, mentre quando c'è stato Tenuta ha portato una proposta della
giunta dei PRU, lasciando poco spazio al Consiglio."
Dopo quella caduta di giunta, qualcuno ha rilevato un suo determinante peso
nella sconfitta della sinistra nel 2000?
"Certamente non era un peso mio!"
Ci tiene a precisare di non avere pesi sulla coscienza
"È che non si crearono le condizioni per poter ricompattare
la sinistra, cosa che è avvenuta adesso; insomma, noi eravamo favorevoli
avevamo dato anche delle condizioni c'era stato perfino una proposta nostra
di apparentamento poi si andò al ballottaggio e tutte le nostre proposte
furono respinte, quindi si è andati ad uno scontro che ha favorito il
centro destra, ma certamente non è stata colpa mia. Se oggi avessimo
voluto ripercorrere lo stesso itinerario saremmo arrivati alle stesse condizioni,
ma pur di non regalare di nuovo il comune al centro destra ci siamo, diciamo,
sacrificati e abbiamo detto facciamo una scelta unitaria e speriamo in futuro
che abbia i suoi frutti."
Il suo peso non è, attualmente, irrilevante!
"Diciamo che è un peso più di autorità politica
e morale, nel senso che io sono stato 40 anni in un partito ho fatto tanti anni
l'amministratore l'ho fatto onestamente nessuno mi ha potuto dare addebiti e
contestazioni; ritengo io noto, anzi, che nel rapporto con i cittadini c'è
un'attenzione nei miei confronti, ma non perchè io mi comporti da uomo
di potere che deve prevaricare gli altri all'interno delle formazioni politiche
o all'esterno, ma la gente ritiene che se devo esprimere un'opinione la esprimo
senza secondi fini in maniera chiara e questo evidentemente piace alla gente,
perché penso che la gente vuole una politica più chiara e trasparente,
più incisiva."
Nel 1998 durante i lavori di consultazione per creare la sua giunta si era
fatto anche il nome dell'attuale sindaco come assessore…non mi lascia finire
la domanda e dalla risposta capisco che intuisce non appena apriamo bocca dove
vogliamo andare a parare.
"Se ne erano fatti tanti, io avevo chiesto ai partiti datemeli voi
i nomi degli assessori purché siano nomi che voi indicate per la loro
capacità non tanto per l'appartenenza; l'appartenenza se ne possiamo
tenere conto lo facciamo, ma non potete segnalarmi qualcuno per l'esigenza di
partito perché le esigenze di partito si soddisfano nei partiti non nel
comune dove abbiamo bisogno di gente che amministra nel nome del popolo e con
l'impegno di attuare il programma del sindaco stop! Io non ne concepisco altre
di esigenze."
Stavolta non mi faccio intimorire dalla forte personalità e lancio la
domanda senza nemmeno dargli il tempo di prendere fiato:
Nella formazione della giunta attuale è stata rispettata questa sua filosofia?
"Io non sono a conoscenza di fatti particolari, l'importante che
molti di questi principi vengano condivisi se poi li portano avanti con coerenza
io non ho elementi per poter giudicare.
Noi parliamo di partiti anche se la crisi del 99 non l'hanno fatta i partiti;
i partiti non ne sapevano niente, è stata iniziativa personale di un
gruppo di consiglieri quindi non è che possiamo dire i partiti!."
Le nostre voci di inesperti giornalisti si incrociano in un'unica domanda:
Il sindaco Coschignano ha scelto liberamente?
"La responsabilità delle realizzazione del programma è
del sindaco ed è ovvio che deve avere gli uomini che gli danno questa
possibilità. Vedi noi siamo così coerenti con questa linea che
la formazione nostra, l'ULIVO Per Acri, non ha dato nessun nome al sindaco,
è stato il sindaco a scegliere a dare le deleghe non c'è stata
nessuna trattativa con noi."
Non si scompone e ha dalla sua una quarantennale esperienza in politica e in
dialettica, è piacevole ascoltarlo, discutere e trovarsi d'accordo o
in disaccordo, di sicuro uno come lui non può passare inosservato nello
scenario politico acrese, ma per spostare la palla su un diverso campo gli chiediamo
del proporzionale, lui che è stato candidato per l'elezione alla Camera
dei deputati nel 1992
"Il Proporzionale non ha dato buoni risultati in passato, tanto è
vero che si è fatta una battaglia per passare al maggioritario, il fatto
è che in Italia quando si tratta di correggere qualcosa si pensa sempre
di demolire tutto e ripartire da capo, io penso che ci potevano essere dei correttivi
per adeguare il sistema proporzionale e dare maggiore stabilità ai governi."
Ma con Angelo Rocco è meglio parlare di politica paesana e ci troviamo
d'accordo sul fatto che, in passato, la sinistra di Acri ha contribuito
ad eleggere alle alte cariche personaggi non locali e ciò è "stato un
limite nostro che ha riguardato i gruppi dirigenti che molte volte hanno dato
prova di debolezze, che non sono riusciti ad imporsi perché Acri non è che non
avesse personalità che potevano assumere un ruolo più di rilievo, però non siamo
stati in grado di farlo perché le divisioni interne hanno favorito poi le altre
realtà, sono venuti qui per prendersi i voti e fare i comodi loro."
Sta tutto nel gruppo dirigente il limite della sinistra acrese?
"Ci si accontenta di gestire l'esistente, andrebbe fatta una riflessione
politica e capire come può esserci una migrazione di elettori che votano
a sinistra alle regionali e poi a destra alle comunali, in presenza di un giudizio
non positivo verso l'amministrazione Tenuta che ha fatto quello che ha potuto
fare senza dare uno scatto di ripresa a questo paese dove la disoccupazione
è quella che è, il piano regolatore ne parliamo con la stessa
tiritera ma è sempre lì, lo sviluppo delle piccole aziende non
c'è, per le opere pubbliche sostanzialmente non c'è stato un programma
significativo ed ampio, i servizi sono sempre quelli che erano: assistenza domiciliare
agli anziani e l'assistenza agli handicappati, così come non c'è
stato un cambiamento radicale per la cultura con gli ottimi strumenti che abbiamo:
anfiteatro, palazzo Falcone, fondazione Padula, strumenti che se valorizzati
in pieno possono davvero cambiare il volto del paese."
Ma Acri resta un paese di sinistra nonostante la buona affermazione del centro
destra alle elezioni comunali?
"Il risultato delle regionali è stato eclatante e dovrebbe
porre un problema per vedere come alle regionali arriviamo al 66 e alle comunale
al 46 per vincere di misura al ballottaggio. Sembra che la tendenza dell'elettorato
di Acri sia di sinistra a cui non corrisponde poi un voto amministrativo anche
perché, poi, c'è una dispersione per clientele o altro e il valore
politico di quel voto viene molto attenuato. Questo è un problema che
le forze di sinistra non hanno affrontato."
Insomma più che una forte critica alla sinistra, sembra un invito a
rinnovarsi.
Siamo ai colpi finali dell'incontro, di questo secondo incontro con un personaggio
che per tanti anni è stato un amministratore di questo paese e se per qualche
raffinato palato, ad esempio agli utenti del forum del sito lastoriasiamonoi.com,
queste nostre interviste sembrano l'atto di un folle o di un ubriaco e non delle
perfette sonate per pianoforte, a noi ci danno piacere; il piacere di aver parlato
più di un ora con l'amico Gino Trematerra e ora con l'amico Angelo
Rocco, entrambi non nostri lettori ma, comunque, pronti a rispondere alle
nostre domande, entrambi barricati nelle loro idee, di fronte a due sciagurati
e arrangiati nonché improvvidi giornalisti che non vogliono fare politica, ma
solo informazione e cercare di rianimare il dibattito in questo paese.
Per finire vogliamo ancora passare qualche altra domanda a Rocco, mentre
con lo sguardo guardo dei libri su uno scaffale: storia, letteratura, politica,
confessa di leggere di tutto.
I suoi rapporti con la nuova amministrazione o se vuole può dare un
giudizio politico su di essa?
"È troppo presto per poter dire, ritengo ci sia tanta buona
volontà, che ci siano le condizioni buone; certo, ripeto, i risultati
si vedranno se intorno a questa pattuglia di amministratori si creerà
un ponte grande che coinvolga il consiglio comunale, i partiti, le forze sociali,
per cui la realizzazione del programma non diventa semplicemente un compito
di Coschignano ma diventa un fatto corale che coinvolge tante energie, se si
ha questo i risultati si vedranno."
Alla domanda se ritornerà in futuro ad attività politica in prima
persona, risponde ironicamente:
"Sono militante nell'Ulivo per Acri non mi sono voluto candidare
per non essere sempre di mezzo per non fare il grande vecchio perché
non mi piace fare il grande vecchio; mi piace dare un contributo ai giovani
perché un paese cresce se vanno avanti nuovi gruppi dirigenti perchè
un rinnovamento ed un impegno diverso dei gruppi dirigenti riguarda tutti destra
e sinistra."
Ma tra le vicende degli ultimi anni quella che non ha mai digerito sembra la
caduta della sua giunta nel 1999?
"Non ho condiviso che il partito ha sposato una posizione minoritaria
di quelli che hanno fatto la crisi, mentre ci doveva essere un gruppo dirigente
più indipendente e neutrale che poteva anche entrare nel merito della
crisi….."
Lo interrompo per un'ultima punzecchiatura: Una sinistra acrese che stenta a
crescere?
"Stenta purtroppo stenta" ammette "infatti, noi vediamo
che i dirigenti del partito della quercia sono gli stessi che hanno fatto la
crisi cosa che non è avvenuta da nessuna parte."
Per concludere prima dei saluti uno sguardo al mondo giovanile che ruota intorno
ai partiti di sinistra:
"C'è bisogno di un rinnovamento dei gruppi dirigenti con centinai
di laureati non siamo in grado di esprimere nulla di diverso?
Noi de l'Ulivo per Acri abbiamo un gruppo di giovani e ci riuniamo ogni martedì,
questo è positivo e l'interesse dei giovani c'è, gli devi solo
dare la possibilità di fare."
Grazie per averci dato la possibilità di fare questa intervista, con
buona pace dei nostri critici!