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Papā ubriaco!

MG & SC
Foto © Acri In Rete
Questa è una storia a suo modo triste, a suo modo col lieto fine, di sicuro è una storia che è giusto raccontare.
Una storia che molti preferirebbero lasciare fuori la porta di casa esercitando il diritto all'ignoranza, difendendo la propria tranquilla realtà familiare.
Ma la voce narrante di questa storia sfonda porte e finestre sbarrate e ti entra nell'anima, perché racconta di un padre che la vigilia di Natale, così come molti giorni dell'anno, torna a casa e va direttamente a letto, soffrendo e forse non rendendosi nemmeno conto, se non a sbornia passata, di essere precipitato da troppo tempo nella condizione di alcolizzato.
È storia di un dolore; è storia e vita di una ragazza, voce narrante di questo racconto, il cui nome poco ci importa e conoscerlo sarebbe del tutto ininfluente. Una figlia a cui scarsamente interessa che milioni di altre persone al mondo si perdono dietro una bottiglia e, spesso, si trasformano completamente assumendo atteggiamenti violenti; in quel letto, al secondo piano della loro casa, c'è suo padre ubriaco, c'è tutto il suo mondo. C'è una adolescenza che dovrà presto abbandonare per lasciare spazio ad una maturità che non si dovrebbe pretendere ad una certa età; c'è la ricerca, l'illusione e la speranza di uno spiraglio di sole che filtri tra le persiane abbassate della stanza da letto satura di odore di alcool; c'è il desiderio che questa speranza non svanisca con rapidità maggiore di quanto è apparsa.
C'è la coscienza di un padre che per troppe volte è entrato in ospedale convinto di poter guarire e quest'altra volta potrebbe non essere l'ultima.
Per chiunque sarebbe stato a dir poco difficile affrontare la situazione, figuriamoci trovare le parole per raccontarla. Noi senza indicare a dito nessuno, senza fare nomi, vogliamo che queste parole vi arrivino diritte al cuore, così come una figlia le ha scritte:


Acri, 17/12/2004      
 
Sono nella mia stanza e penso al Natale che sta per arrivare. Sono quasi sei anni che abbiamo ricominciato a festeggiarlo, certo prima facevamo quello che tutti normalmente fanno, l'albero, il presepio, il cenone…ma sono cose che si fanno meccanicamente quando non hai la tranquillità necessaria.
Sei adolescente e ti rendi conto che intorno a te c'è chi si preoccupa per l'abbigliamento che dovrà indossare, per i regali che dovrà fare…mentre per te ci sono preoccupazioni più importanti. Speri che almeno la vigilia di Natale potrai cenare tranquillamente con la tua famiglia, ridere scherzare, stare sereni almeno per una sera. Invece non è così perché la maggior parte delle volte tuo padre torna e va a letto direttamente, e non è bello stare a tavola sapendo che una persona a cui vuoi tanto bene è a letto e sta soffrendo della sua condizione che vorrebbe ma non sa come cambiare; e quelle rare volte che non succede ci si siede a tavola, si cena, si cerca di sdrammatizzare la tensione che ovviamente si crea, ma ognuno dentro di se pensa alla pace che vorrebbe avere nel cuore e che purtroppo non c'è.
E si va avanti così per anni, tanti anni, e sono giorni pieni di angoscia, rotta ogni tanto da qualche spiraglio di sole che svanisce con la rapidità con cui è apparso. Poi quando tutto sembra perduto, quando non hai più motivo di credere che qualcosa cambierà, ti accorgi che qualcosa si sta movendo nel verso giusto e stranamente ti rendi conto che non è come le altre volte. Ti viene detto che per l'ennesima volta tuo padre andrà in Ospedale e non sei felice di questo perché sai che una volta lì può succedere di tutto, ma vedi lui che affronta la cosa con una consapevolezza diversa che non gli riconosci, con una convinzione che mai potevi aspettarti da lui, è come se si fosse trovato improvvisamente a un bivio e avesse fatto la sua scelta, e per la prima volta lo vedi sicuro di questa scelta. E passano giorni pieni di angoscia, di paura e di tanta, tanta speranza.
Finalmente arriva il giorno in cui tuo padre tornerà a casa, ti viene spiegato che ha parlato con un Dottore che lo ha convinto a cambiare strada, a lasciare quella tristezza, per imboccare quella della felicità. A quel punto non sai cosa pensare, ti sembra tutto un sogno e hai paura di svegliarti, ma non è così è tutto vero e inizi a crederci anche tu perché qualcosa ti dice che sarà la volta buona.
E sei felice, perché finalmente è ritornata la pace nel tuo cuore e nella tua famiglia, ma soprattutto sei felice per il regalo che ti ha fatto tuo padre decidendo di cambiare strada proprio il giorno del tuo compleanno.
Sai che mai nessun altro potrà farti un regalo più bello.



E questa è la storia amici miei, valeva la pena di raccontarla e farla nostra.
Se volete una colonna sonora per queste parole, cercatela in Tom Waits che fruga nei suoi ricordi e riesce a trovare almeno un centinaio di notti fatte di sbornie da poter raccontare con un piano che è sbronzo quanto lui o più semplicemente il piano si è ubriacato al posto suo…ma siamo in un campo in cui la sbornia diventa poesia, in cui una voce consumata dal bourbon canta l'emarginato per scelta o per disgrazia.
Siamo in un momento in cui appare sullo schermo un Humphrey Bogart rinchiuso nel suo Rick's Bar e non può fare altro che bere il suo bicchiere e dire: "suonala ancora Sam", mentre la Bergman ha preso il volo.
D'altronde non potrebbe essere diverso, perché l'arte ha la sua dose di alcol, l'arte ha i suoi cantori e i suoi esempi che non possono essere considerati cattivi maestri…e ringraziamo il Dio per averceli dati questi "sbandati" poetici, questi compagni di sbornia di Kerouac, che sarebbe errato considerare clichè da imitare, semplicemente perché inimitabili!
Tutto ciò che, invece, ci propina una pubblicità spazzatura fatta di bibite al gusto di frutta, ma che sono un forte concentrato di alcool, tutto ciò che è bere perché è l'unica cosa che si può fare ad Acri per "sballarsi", tutto ciò che è vizio e malattia dell'alcol, tutta questa vita che ha ben poco di poetico, tutto ciò può trovare una soluzione.
Infatti, ad Acri dal 1998 è nato un Club di Auto Mutuo Aiuto per alcolisti.
Il Club si riunisce ogni giovedì pomeriggio alle ore 17:00, nei pressi della Basilica del Beato Angelo, è guidato dal dott. Elio Oliveti, Psicologo.
Chiunque voglia avere maggiori informazioni può partecipare agli incontri o telefonare al numero 0984 987131 dove risponderà Rogliano U: O. Alcologia aperto da lunedì a venerdì dalle ore 08:00 alle ore 13:00.

I gruppi si riuniscono: a Cosenza il lunedì alle ore 16:00;
a Rogliano il mercoledì alle ore 16:30;
ad Acri il giovedì alle ore 17:00.

PUBBLICATO 25/8/2005

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