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Una scelta non "indifferente"!

Paolo Straface
Foto © Acri In Rete
Articoli su un sito o su un giornale offrono spesso spunti interessanti per fare delle riflessioni personali su temi importanti della collettività come il risultato dell'ultimo referendum.
Tutti convengono sul fatto che la materia referendaria fosse complicata e forse è stato un bene che se ne sia discusso così appassionatamente in queste settimane; ma bisogna prendere atto che, pur considerando l'astensionismo "indifferente" (forse condannabile dal punto di vista morale ma comunque legittimo) che una buona parte (credo una percentuale maggiore del 27%) dell'elettorato abbia deciso di astenersi dopo aver riflettuto a lungo sui temi del referendum.
Non capisco perchè queste persone, dopo aver fatto una scelta precisa, debbano essere considerate prive di senso civico o si debba ritenere che in qualche modo abbiano offeso la democrazia, visto che la scelta di non votare è garantita costituzionalmente quanto quella del voto.
Ogni cittadino, e quindi anche coloro che occupano cariche dello stato, è libero di esprimere la propria opinione; certo le personalità pubbliche in quanto tali devono farlo sempre con una certa cautela per l'importanza del ruolo che ricoprono nella società, e proprio per questo ritengo che sottolineare, da parte delle istituzione, la piena legittimità del non voto o dell'esprimersi in un modo o nell'altro, sia un segno di garanzia dei diritti di ogni individuo. Non credo che lo Stato italiano sia governato da mistificatori della democrazia e anzi penso che i continui attacchi, spesso gratuiti, agli organi statali siano essi stessi dannosi per il vivere democratico.
Molti si sono scagliati contro la Chiesa, contro la gerarchia clericale per il risultato di questo referendum, personalmente non sono affatto convinto che il clero abbia questo "potere intimidatorio" sul popolo , invece credo fortemente nella coscienza umana, in alcuni ideali cristiani , cattolici che possono aver spinto al non voto, rispettando comunque il pensiero di coloro che si sono schierati per il "si".
Queste considerazioni non nascondono e non giustificano un deterioramento evidente dello strumento referendario visto che ormai da molti anni non si riesce in Italia a raggiungere il "fatidico" quorum, e non per colpa dei cattolici, spesso le campagne astensioniste sono state condotte da quegli stessi partiti politici che invece ieri hanno definito antidemocratici i sostenitori del non-voto (referendum su ART.18).
Tuttavia non considero praticabile la soluzione dell'abolizione del quorum in quanto non ritengo adeguata una riforma che consenta a pochi di decidere per la maggioranza. Purtroppo o per fortuna in qualsiasi sistema elettorale c'è sempre una minoranza che deve adeguarsi alle scelte della maggior parte pur non condividendone le opinioni, ma credo che per il momento e per il prossimo futuro questo sistema sia il più democratico possibile anche se a volte non evita che "la libertà diventi una tortura per la democrazia!"
Ritornando al recente referendum e all'oggetto dello stesso, ritengo che la legge 40 sia condivisibile nelle linee guida e nei principi; sicuramente la discussione parlamentare andrà avanti e si potranno effettuare dei miglioramenti tali da aumentare ancor di più il consenso attorno a questa legge "necessaria"!

PUBBLICATO 15/6/2005

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