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L'isola che non c'è!

Angelo Turano
Foto © Acri In Rete
Cari lettori, noto ancora oggi come l'attenzione di molte persone continua a fossilizzarsi sull'eterno dilemma: "Isola pedonale si" o "isola pedonale no".
Sono a dir poco nauseato di tutto il parlare ed il continuo filosofare intorno a questa piazza e lo sono ancora di più se penso che molti politici alle precedenti elezioni hanno incentrato la loro campagna elettorale su questa piazza e sul suo futuro, mettendo in secondo piano problematiche molto più serie e urgenti da risolvere.
L'isola pedonale è ai giorni nostri segno di ammodernamento, ma rappresenta comunque un oasi nel "deserto", ed a mio parere, data la continua emigrazione, non c'è vocabolo migliore che si addice ad Acri in questo momento.
L'isola pedonale è stato un vero fallimento e di questo tutti possono trovare le prove: eccetto qualche occasione (feste, concerti in piazza o comizi), il grosso dei giovani acresi, preferisce continuare a passeggiare nel tratto di viale Pertini (ex "Supra d'uortu") e nella piazza antistante la fontana, lasciando miseramente vuota la piazza davanti la Chiesa.
Questo è poco se si pensa anche al fatto che il clima rigido d'inverno, non consente ai tanti sostenitori della piazza di potervi sostare anche nelle ore serali.
Vorrei anche potermi soffermare sull'impatto che questa "grande opera pubblica" (tanto grande da non temere il confronto propagandistico con il ponte sullo stretto), ha avuto sull'ambiente e sui cittadini.
All'inizio e durante i lavori i disagi sono stati innumerevoli: ogni giorno c'era sempre un segnale stradale nuovo, e giorno dopo giorno il traffico aumentava, con immenso disagio per la popolazione e per chi si trovava a dirigerlo con santa pazienza.
Alla fine il risultato celestiale è venuto alla luce: un corso e una piazza che chiunque non l'avesse vista, considerato i polveroni sollevati, se l'immaginerebbe lastricata d'oro e diamanti.
Le medaglie per fortuna hanno sempre una doppia faccia, se da una parte c'è la Piazza con il suo enorme splendore, dall'altro c'è il perenne degrado di buona parte del Centro Storico.
L'erba rigogliosa nei vicoli e sulle strade, le casi pericolanti, le buche sul manto stradale, non possono non significare il più totale abbandono del Centro Storico!!! Ma ormai questa è diventata una consuetudine, e quasi nessuno più ci fa caso se non chi vi abita!
Il centro storico dopo la chiusura di una arteria stradale importante come Piazza Sprovieri, vive uno dei peggiori momenti della sua storia: il baricentro economico-sociale, è stato ancora di più spostato nell'Acri nuova, e l'ambiente di desolazione vigente ha portato una moltitudine di esercizi commerciali a chiudere i battenti o a trasferirsi.
Se questo non si può chiamare degrado ditemi voi quale sia quello vero!
È semplice guardare alle cittadine del Nord e commentare le loro splendide isole pedonali, ma forse chi giudica dimentica le condizioni economiche del Nord!
Ad Acri non esiste una economia stabile e forte del fatturato di industrie ed aziende, le piccole aziende e gli esercizi commerciali hanno bisogno di poter respirare e non di disagio per gli utenti.
Si è detto anche: "Acri deve imparare a camminare a piedi ..."
Giusto! ma chi ha affermato tale postulato filosofico si è veramente posto il problema di chi, abitando nelle tante periferie di Acri, deve recarsi nel centro urbano con l'auto e qui non trova altro che un labirinto?????!!!!!
L'isola pedonale va sicuramente gestita meglio senza penalizzare nessuno; chissà forse ridimensionandola oppure trasformandola in un'isola pedonale a tempo, ma trovare ora una risposta al problema, senza sperimentare varie soluzioni che il caso impone, mi sembra alquanto prematuro.
Disposto ad accogliere le numerose critiche che il mio intervento comporterà rinnovo a tutti i miei più cordiali saluti.

PUBBLICATO 20/5/2005

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