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Sentenza a favore dei messi comunali.

Vincenzo Barone
Foto © Acri In Rete
«I tanti messi notificatori comunali – soprattutto vigili urbani – che avevano promosso l'azione giudiziaria nei confronti del Ministero dell'Interno per ottenere il riconoscimento del compenso loro dovuto per aver notificato i certificati elettorali dal ’92 al ’99 (escluse le consultazioni comunali) possono tirare un sospiro di sollievo».
Lo ha dichiarato Silvano Scarpino, dirigente della Fiadel (Federazione italiana autonoma dipendenti enti locali) di Cosenza. Con un comunicato, il sindacalista ha reso noto che «II Giudice d’Appello presso il Tribunale di Catanzaro, con la prima sentenza emessa, ha accolto le tesi difensive dell'avvocato Maurizio Feraudo, che è stato il pioniere in Calabria di questa intricata quanto difficile vertenza».
Lo stesso legale di Acri si è opposto fermamente all'appello proposto dal Ministero dell'Interno contro tutti quei messi che avevano ottenuto il riconoscimento economico dinanzi ai Giudici di Pace. Scarpino ha specificato che tale riconoscimento riguarda quei giudizi definiti dinanzi ai Giudici di Pace prima dell'entrata in vigore della Legge 140/04, la quale ha «letteralmente tagliato le gambe a tutti quei messi notificatori che si accingevano a richiedere il riconoscimento del loro diritto maturato».
Quella di Catanzaro è stata giudicata dal dirigente della Fiadel «una sentenza di particolare rilievo che ribalta finanche l'orientamento ormai consolidato».
In merito, l’avvocato Feraudo ha dichiarato: «La decisione del Tribunale di Catanzaro mi riempie di soddisfazione non solo perché essa premia il mio impegno professionale, ma soprattutto perché essa offre, ai tanti messi notificatori, cui era stato giudizialmente riconosciuto il diritto al compenso, la concreta possibilità di ottenerne il pagamento». Per quelle sentenze non appellate ma che sono state impugnate in Cassazione, è stato lo stesso avvocato Feraudo a sostenere le sue tesi difensive dinanzi alla Suprema Corte a sezioni unite nella prima udienza dello scorso 17 febbraio. Nel corso della seduta, il Procuratore generale presso la Cassazione ha aderito alla tesi difensiva, chiedendo alla corte il rigetto del ricorso presentato dal Ministero. Per la vertenza dei messi comunali, dunque, si prospetta un tranquillo epilogo. A giudizio di Scarpino, per le numerose istanze presentate dai dipendenti comunali si è «aperto uno spiraglio positivo».

PUBBLICATO 23/2/2005

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