Premessa
Scrive Nicola Zingarelli sotto il sostantivo "massoneria", dopo averne
fatto un breve quadro storico: "Tendenza all'aiuto reciproco e alla collaborazione
fra appartenenti a uno stesso ambiente o gruppo".
Praticamente, sembrerebbe, un club esclusivo! A volte essere vicini a tali circoli
può essere di buon auspicio per la carriera politica, si rischia addirittura
di diventare Presidente del
BIP avendo in tasca la tessera n. 18
(BIP)
autocensura
Lezione di sintassi
Nella lingua italiana di materiale ce ne è abbastanza da poter creare
ghirigori di parole, svolazzi di frasi e quanto altro può servire a descrivere
il presente, a raccontare il passato, a esprimere i sentimenti. La sintassi,
quindi la combinazione degli elementi lessicali, offre innumerevoli incastri.
Ad esempio in una frase interrogativa del tipo "Come spieghi questo fatterello
tanto strano di un partito nato dal blocchetto di un assegno, vicino alla massoneria
e che vi sostiene?", il sostantivo massoneria non può che essere
inteso nel solo significato datone da Zingarelli, perché privo di un
aggettivo che ne qualifichi un significato diverso. In sintesi: scrivendo un
nome privo di aggettivo intendiamo nominare quella cosa, quel concetto; se invece
volessimo qualificarne una qualità aggiungeremmo, appunto, un aggettivo
qualificativo.
Altro esempio più elementare: se scrivo "PANE" non intendo
altro che nominare una cosa, un alimento. Se al nome "PANE" aggiungessi
"BUONO", "BIANCO" indicherei una qualità (qualunque
sia, positiva o negativa) del pane.
Ora nel caso specifico della frase interrogativa, il sostantivo "massoneria"
non è diversamente qualificato, da qui la conclusione che "vicino
alla massoneria" può essere eticamente e moralmente discutibile,
ma non è offensivo per nessuno e tanto meno costituisce reato.
Il reato imperdonabile, è non conoscere la lingua italiana che è,
in ogni modo, materia ben difficile.
L'Azzeccagarbugli preferisce la Giurisprudenza alla sintassi, ma colui che è
giornalista dovrebbe praticare di più lo sport della madre lingua.
Lezione di democrazia
In democrazie c'è libertà di opinione, di pensiero, di scrittura.
Non si avviano processi alle intenzioni. Il gioco è semplice: io scrivo,
dico, esprimo la mia idea, la controparte esprime la sua.
Nessuno è Giudice supremo e ognuno dovrà cautamente guadare la
propria coscienza prima di dire o fare qualcosa.
In "Ora Basta!" non ho scritto e detto più di quanto già
da me sostenuto durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio
Provinciale; ma a quanto pare il sig. Barone solo ora si è sensibilizzato
su tali argomenti.
"Diffusione di notizie non rispondenti al vero che generano confusione
nella popolazione dei lettori" di questo mi si accusa? Ma io non sono un
giornalista, è lei che diffonde notizie, le mie sono solo opinioni.
E, dato che ora ci sono, le chiarisco che da quando è nata Acri Nostra
io l'ho valutata (con un mio metro di giudizio che non è infallibile!)
pericolosa per la democrazia, dal punto di vista politico e solo politico nulla
di personale, è più pericolosa dell'attuale amministrazione di
centro destra; la minaccia che mi è giunta ieri ne è una prova.
Volete, voi padroni del vapore, imbavagliare le coscienze, reprimere lo spirito
critico e allo stesso tempo definirvi, sulla vostra rivista STRANOCRIA, "stridenti
e indigesti?".
Volete essere stridenti e indigeti in che modo?
E poi, secondo me, non ci si auto loda come avete fatto sul numero zero della
rivista in questione. Questo concentrare energia su alcuni aspetti di sé,
incensandosi da soli, senza aspettare un pubblico di lettori che legga e valuti,
sono niente altro che megalomane manifestazioni di narcisismo.
Io le mie convinzioni, le mie idee le esprimo a viso aperto, non stampo giornalini
con il motto "senso civico e Libertà" sulla testata e poi tento
di tappare la bocca alle persone a me scomode; perché la sua minaccia
sig. Barone non è altro che un attestato, che metterò nel curriculum,
di riconosciuto senso civico e Libertà, perché non ho un egocentrismo
galoppante che potrà mai mettere in scacco la mia LIBERTÀ.
La mia opinione finisce qui, di seguito quattro parole tratte da un giornale
che compravo quando avevo 18 anni; era una di quelle testate giornalistiche
serie, ma davvero serie: "CUORE"
QUELLO CHE NON HANNO (i padroni del vapore)
HANNO L'ABITO BLU
HANNO LENZUOLA NERE
HANNO L'INSONNIA
HANNO IL POTERE
HANNO GIORNALI E TELEGIORNALI
HANNO GALERE
HANNO LE BANCHE
HANNO L'AVERE
HANNO MOLTI SEGRETI
HANNO POCHI RIMORSI
HANNO MESSAGGI IN CODICE
HANNO IL DECODIFICATORE
HANNO METÀ DEI CARABINIERI
HANNO TUTTI I CORAZZIERI
ANCORA IN FORSE I POMPIERI
HANNO DIO
HANNO PATRIA
HANNO FAMIGLIA
HANNO LA TESTA DEVASTATA
DA TUTTO QUESTO AVERE
HANNO LA FORZA DI CONSIDERARSI
VITTIME DEL DOVERRE
HANNO PRATICAMENTE TUTTO
IL POTERE DI UCCIDERE
E LE PAROLE DEL LUTTO
LE INFORAMZIONI RISERVATE
E L'ELEGANZA DELLE PARATE
HANNO LA STORIA
HANNO LA GEOGRAFIA
HANNO LE CASERME
HANNO LE FRONTIERE
E IL RISEPTTO DELLA MAGGIORANZA
PERFINO QUELLO HANNO
MA FRA TUTTO QUELLO CHE HANNO
GLI MANCA L'ESSENZIALE
PERCHÉ NOI, NON CI HANNO
E PER QUESTO STANNO MALE.
Michele Serra