Le verità supposte!
Mirko De Maldè
Voglio entrare nel merito delle questioni su tre temi che ho trovato interessanti dell'artico del signor Feraco: Innanzitutto sento l'estrema necessità di fare i miei più vivi complimenti per le tre righe di politiche lavorative effettuate in quattro anni (nulla a confronto delle circa venti per il riassunto delle grandi opere pubbliche)! Politiche fasulle, non durature nel tempo, che non stabilizzano il tessuto economico e lavorativo del nostro territorio. Non si produce lavoro stabilizzando qualche posto, sebbene sia necessario farlo, ma attraverso serie politiche a lungo termine che personalmente non ho visto. Le grandi opere che fanno lavorare le persone sono sogni degni di un New Deal che non ci possiamo davvero aspettare migliori le sorti del nostro contesto economico e lavorativo. I soldi continueranno a stare sotto il cuscino dei nostri cittadini in attesa di migliori momenti per metterli in circolo e rilanciare la nostra disastrata economia. Relativamente all'opportunità di migliorare l'economia della città mi chiedo: che cosa offriamo al turista?Sono state realizzate le piazze e l'entrata del paese, ma le strade sono piene di fosse nelle quali distruggere allegramente le auto. Al di là di questo "insignificante particolare", di certo le potenzialità artistiche e culturali del nostro paese non stanno nel nuovo corso e nelle piazze che si potrebbero vedere dappertutto, ma casomai in un centro storico, guarda caso abbandonato a se stesso e per il quale non si effettuano attività di rilancio e di ricostruzione soddisfacenti, né tanto meno appena sufficienti. Allora quale interesse può suscitare un paese come il nostro, che ha una lunga storia, se non si rilanciano i centri di vita antichi e i costumi di un tempo, invece di tendere sempre a distruggerli e cancellarli, nascondendoli sotto una mera illusione di diventare cittadini di chissà quale metropoli? Non troveremo un turismo vero se le zone archeologiche del paese non diventano oggetto di impegno e sforzo culturale, monetario e sociale e non solo un impegno di facciata, come al solito ipocrita e meschino; nessuno verrà a vedere il nostro paese se l'ampio centro storico che abbiamo non viene valorizzato e rilanciato. A proposito mi duole molto prendere atto che la cultura che avete propinato non è servita a distogliere i giovani da uno stato di apatia quasi generalizzata, né a portare sostanziali miglioramenti sociali nel territorio attraverso attività mirate. La cultura scolastica che si è proposta è servita forse a far perdere qualche giorno di lezione agli alunni delle nostre scuole o a riunire qualche gruppetto di professori ed intellettuali. Ma questo tipo di cultura generale è alla portata di tutti nei limiti dell'interesse di ognuno; la cultura che un'amministrazione comunale che vuole incidere nel sociale forse è fatta di altro, ma di questo possiamo anche discutere Non si tratta, penso, di portare all'attenzione della comunità alcuni argomenti, o fare dei convegni o delle settimane culturali ( che sono di certo interessanti e utili) ,ma si tratta di diffondere nella comunità un atmosfera di cultura fatta di piccole cose, che riesca a suscitare l'interesse generale, che possa creare una alternativa a ciò che il paese propone in termini di bar, salette e pub, stimolando lo sviluppo di una mentalità diversa, dinamica, nuova . Sarebbe bello vedere centri che accolgano attività ricreative e culturali insieme, ma forse è troppo difficile capire che non solo i libri sono cultura, ma anche la musica e il teatro (vissuti in prima e seconda persona), o ancora il cinema d'autore o mille altre cose che possano aprire le menti e creare nuovi orizzonti. Tra l'altro il tessuto culturale del nostro territorio si distingue bene quando si trovano scritte di cattivo gusto sui muri (vedi il caso Santoro) o quando si trovano svastiche e croci celtiche sui muri, ma qualcuno dirà che questo è un altro discorso. Certo, qualche cosa è stata fatta, non vorremo certo fare la solita voce contro a tutti i costi, ma penso davvero che il giorno in cui questa amministrazione sarà tornata a casa di essa non sarà rimasto nulla , se non le "grandi opere", per testimoniare un operato politico che sia degno di questo nome. Acri si troverà con gli stessi problemi, la stessa società, la stessa mentalità, la stessa economia e la stessa situazione lavorativa del passato, e miasmi ammorbanti continueranno a formare una cappa attorno al nostro territorio. Un fetore fatto di ignoranza, disperazione, disoccupazione, nessuna prospettiva con un contorno di droga e alcol in un bieco passeggiare di personaggi grotteschi che non sembrano avere possibilità di redenzione. Ma mi dispiacerebbe molto sentir dire a qualcuno che io odio il paese in cui vivo. No, non è cosi, affatto. Acri è una città con un grande potenziale, ma servirebbe una vera spinta, un forte incitamento affinché le capacità di un territorio e di una popolazione, al momento praticamente abbandonati a se stessi, possano essere sfruttate per costruire sinergicamente un futuro migliore per le generazioni che verranno, affinché esse sentano, al posto di una intensa voglia di evadere da questa prigione, un forte impulso a restare o a tornare nel bel paese che Acri, fra il buon cibo e la brava gente, nasconde dentro di sé. E questo mi sembra davvero un buon motivo, cari i miei politici al potere, caro signor Feraco, per smettere di fare politica di livello medio basso, smettere di fare parole, e iniziare sul serio a fare politica per migliorare la vita nel nostro paese. |
PUBBLICATO 18/1/2005
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