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Sostanze schiumose nel torrente.

Vincenzo Barone
Foto © Acri In Rete
Un torrente da salvare.
Si tratta del Calamo, fiumara che attraversa il centro abitato di Acri dal quartiere Pompio fino alla chiesa della Madonna del Rinfresco, nei pressi dell’ex mattatoio comunale. Lo stato di salute del ruscello, che confluisce nel fiume Mucone ai piedi della Serra San Cataldo, è pessimo. La situazione è a dir poco allarmante.
Gli abitanti della zona raccontano che spesso il corso d’acqua assume una colorazione biancastra, tipica dell’inquinamento da sapone. L’altro giorno, durante l’ora di pranzo, è capitato che lungo gli argini del torrente si sono accumulati enormi volumi di schiuma. L’acqua, in pochissimo tempo, ha cambiato tinta.
E si è capito che in quel torrente, non si sa a quale altezza, è stata versata una grande quantità di prodotti detergenti. Nei pressi della sorgente Pompio la fiumara è incanalata in una condotta sotterranea: ciò impedisce di poter osservare direttamente lo stato del liquido che scorre. Non è stato possibile individuare il punto preciso in cui è stato effettuato lo scarico della sostanza saponosa. Certo è che il torrente Calamo andrebbe salvaguardato per impedire che diventi un ricettacolo dove chiunque possa buttare sostanze e materiali che, invece, sarebbero destinati alle discariche controllate.
Lungo l’alveo, tra l’altro, sono disseminati cartoni, buste e bottiglie di plastica, ed altri oggetti non biodegradabili. L’inscatolamento del fiumiciattolo preoccupa gli abitanti delle case che sono state costruite lungo le sue sponde. Si teme che, in caso di temporali di eccezionale portata, il torrente possa provocare seri danni. Secondo i residenti del quartiere Viola «andrebbero condotti studi più approfonditi per valutare il rischio».
Inoltre andrebbero ispezionate accuratamente le condotte per evitare che otturazioni o restringimenti delle sezioni possano impedire il passaggio dell’acqua.
Le prime canalizzazioni del Calamo, negli anni ’80, furono progettate dal prof. Marone, all’epoca docente all’Università della Calabria, mentre le successive diramazioni furono realizzate senza un’adeguata progettazione idraulica. Stando a quanto riferito dalle persone che hanno assistito alla messa in opera dei tubi di raccordo, le sezioni dei canali sarebbero inadeguate al passaggio di grandi quantità di liquido. Dopo le alluvioni d’inizio anno, che ad Acri hanno causato decine di smottamenti, l’argomento “Calamo sotterraneo” è balzato di nuovo al centro delle discussioni di piazza.



PUBBLICATO 16/1/2005

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