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Reparto di psichatria.

Vincenzo Barone
Foto © Acri In Rete
Il reparto di psichiatria del «Beato Angelo d’Acri». Una struttura, operativa dai primi mesi del 2002, che col passare del tempo non ha fatto altro che far parlare positivamente di sé. Numerose ricerche su farmaci sono state portate avanti dall’equipe medica diretta dal primario Aristide Filippo. Molti di questi studi clinici sono stati pubblicati in riviste scientifiche internazionali.
Ad Acri, l’apertura del reparto di psichiatria si rese necessaria visto il notevole incremento di prestazioni ambulatoriali svolte dal servizio di salute mentale. Attualmente l’unico neo è costituito dall’insufficiente numero di personale (ci sono solo medici e infermieri). Mancano perciò altre figure professionali come educatori, assistenti sociali, psicologi e operatori tecnici e amministrativi.
«Qui – dice il primario – i nostri pazienti oltre ad un ambiente accogliente trovano anche la risposta assistenziale che cercano. Nel reparto ci sono otto posti, di cui uno riservato al Day Hospital, ma per soddisfare la domanda ce ne vorrebbero altri. Per certe patologie non basta solo l’intervento medico, ecco perché noi cerchiamo di evitare il ricovero dei pazienti in strutture a lungo degenza». Fino a tre anni fa la psichiatria ad Acri era lasciata in balia di se stessa. Per un ventennio hanno gestito il servizio psichiatrico una sola dottoressa e due infermieri. Dal 2002 la situazione è cambiata. E i dati lo confermano. Fino ad oggi, oltre duemila sono state la prestazioni ambulatoriali esterne, più di un migliaio le visite ambulatoriali e le consulenze in pronto soccorso o negli altri reparti. Nel 2002, furono 206 i ricoveri ordinari e 43 quelli in Day Hospital; nel 2003, 232 e 47; nel 2004, 214 e 67. Si è riusciti, così, a ridurre notevolmente il numero di quelli che si rivolgono a strutture private. Il reparto del nosocomio acrese è dunque un centro moderno, con spazi piccoli ma molto funzionali. «In questo territorio – spiega Filippo – esiste un’emergenza di carattere sociale che richiede un intervento concreto. I primi tempi, erano pochi quelli che si rivolgevano al nostro reparto. In seguito è cambiata la mentalità. La gente adesso viene a trovarci senza farsi troppi problemi. La Psichiatria del Beato Angelo è così divenuta un punto di riferimento importante a livello regionale». In effetti, tra i numerosi utenti del reparto coordinato da Filippo ci sono persone che provengono da tutta la Calabria. Quali sono le patologie più diffuse nel comprensorio acrese? «L’anorressia mentale – risponde il medico - che interessa soprattutto i giovani. Ci sono difficoltà relazionali soprattutto da parte di molte ragazze che vivono nelle campagne. Molte di loro non vedono l’ora di “scappare” di casa perché non riescono a vivere liberamente la loro giovinezza in quanto stanno in una forma di isolamento forzato». Per arginare questi fenomeni, il team coordinato da Filippo, in collaborazione con il Comune di Acri e l’Azienda sanitaria, ha presentato una serie di progetti rivolti a giovani dai 10 ai 14 anni, dai 13 ai 16 e dai 16 ai 20, finalizzati alla prevenzione dei disturbi di adattamento psichici e della dipendenza all’alcol.

PUBBLICATO 16/1/2005

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