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Niente fognature, il canone non è dovuto.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
La giudice di pace di Acri, dottoressa Rosaria Alba Galasso, ha emesso una sentenza che potrebbe innescare uno dei classici filoni, in cui si inseriscono tutti coloro i quali presentano le medesime caratteristiche del caso.
In sostanza, viene definita illegittimo, per gli utenti che non usufruiscono del servizio di fognatura pubblica, il pagamento della depurazione, che compare nelle bollette dell'acqua.
Un cittadino ha infatti deciso di impugnare una bolletta dell'acqua, facendo riferimento a una circolare del Ministero delle Finanze, la n.177 del 2000, nella quale espressamente si stabilisce che il pagamento della quota di tariffa relativa alla depurazione è dovuto solo da parte di coloro che sono allacciati alla pubblica fognatura.
Nel dispositivo della sentenza si legge che "la norma citata dal convenuto impone il pagamento della voce relativa alla depurazione nel caso in cui, sebbene l'utente sia servito dalla pubblica fognatura, la fognatura stessa sia sprovvista degli impianti di depurazione.
Ne consegue che nel caso di specie essendo stato provato con la certificazione prodotta in atti e non impugnata né contestata che la località ove l'attore abita non è provvista di fognatura comunale, non è dovuta la quota di tariffa relativa al servizio di depurazione.
Tale assunto trova puntuale conferma nella circolare del Ministero delle Finanze n.177/E del 05/10/2000 nella quale viene sottolineato che il pagamento della quota di tariffa relativa alla depurazione è dovuta "da parte di coloro che sono allacciati alla pubblica fognatura-circostanza che costituisce pur sempre il presupposto per richiedere il canone-ma non usufruiscono del servizio di depurazione, poiché manca o è inattivo l'impianto di depurazione".
Nel caso in questione, il Comune di Acri ha dovuto rinunciare al pagamento della quota prevista per la depurazione.
Nell'occasione è stato l'avvocato Maurizio Feraudo a sostenere le tesi che hanno convinto la Giudice di Pace.
"Ancora una volta - ha dichiarato Feraudo - hanno trionfato la giustizia e la ragione degli utenti, a scapito dell'arroganza di chi, per far quadrare i conti comunali, ha tentato di far pagare ai cittadini di Acri somme non dovute. L'importante sentenza del Giudice di Pace di Acri riconosce agli utenti che non sono collegati alla pubblica fognatura il diritto di non pagare l'illegittimo canone e, nel contempo, il diritto, per coloro che lo hanno già pagato, di ottenerne la restituzione. Tutti i cittadini che si trovano nella stessa condizione possono agire contro il Comune di Acri per far valere il loro diritto e affermare così un principio di legalità che era stato calpestato".

PUBBLICATO 5/7/2004

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