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Acri fuori dall'isolamento.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
In attesa di viaggiare sulle due nuove arterie che, da qui a breve, dovrebbero rimuovere il suo secolare isolamento, ieri Acri si è seduta ai tavolini della sala consiliare del Palazzo Sanseverino-Falcone. L'appuntamento era fissato per le undici, ma la manifestazione non è iniziata prima di mezzogiorno.
Per l'occasione l'amministrazione comunale si è comportata da perfetto anfitrione, presentando lo spazio opposto dell'ampio salone che ospita le riunioni del Consiglio Comunale in una versione inedita.
L'idea di distribuire dei tavoli a mo' di caffè letterario del Settecento è stata apprezzata, e senz'altro è da replicare.
L'occasione è stata originata dalla conferenza stampa di "presentazione dei progetti stradali relativi all'ammodernamento della Ss 660 e della nuova arteria Sibari-Sila".
In realtà, se si eccettuano un paio di domande, quella che doveva essere un conferenza stampa si è tradotta nella illustrazione dei progetti delle due arterie.
Ha introdotto i lavori il sindaco di Acri, Nicola Tenuta, che ha orgogliosamente rivendicato i meriti della sua amministrazione comunale per quello che in questi quattro anni ha fatto o messo in cantiere.
Nessun riferimento ai fatti politici, né al fatto che attualmente la coalizione che lo sostiene, cioè il centro-destra, in consiglio comunale è minoranza. Ma non era quello l'argomento in discussione.
Tenuta ha spiegato che queste due arterie contribuiranno a rendere Acri "territorio di eccellenza" e che non devono essere viste unicamente come mezzo di collegamento tra due punti, ma come strumento necessario a uscire dall'isolamento.
L'ingegnere Biagio Marra, progettista dell'Anas, ha illustrato, in maniera esauriente, i due progetti. Il nuovo percorso della Ss 660, resosi necessario anche per aggirare la frana di Serra di Buda, costerà 34 milioni di euro; la Sibari-Sila, per la cui realizzazione i tempi sono decisamente più dilatati, richiede un impegno finanziario assai più impegnativo: 232 milioni di euro.
In ogni caso, nessuno ieri aveva dubbi sul fatto che "entrambe si faranno".
Il presidente della giunta regionale, Giuseppe Chiaravalloti, ha ulteriormente dimostrato di essere un affabile oratore, in grado di infiorettare i suoi interventi con motti faceti e applauditi.
Chiaravalloti, ha dato atto al senatore Gino Trematerra di una ostinazione che non ha pari.
"Se non fosse stato per lui-ha aggiunto Chiaravalloti-, la Regione non sarebbe stata in grado di fare la sua parte in questa vicenda".
Il presidente della giunta regionale ha anche stigmatizzato la diffidenza verso il federalismo, ricordando che in tanti decenni il centralismo per la Calabria ha prodotto solo danni.
Ha poi detto che la Sibari-Sila rientra nella più complessiva strategia di raccordare le splendide coste calabresi con il massiccio centrale, perseguita dalla Giunta Regionale. Quello del senatore Trematerra più che un intervento è stata una invettiva contro avversari politici e giornalisti.
Ai primi rimprovera uno scetticismo strumentale verso le due infrastrutture teso solo a screditare il centro-destra, facendo del male alla collettività acrese.
Ai secondi contesta una rappresentazione della città falsata in occasione della notizia del ritrovamento di una bara all'ingresso della casa dell'ex vice-sindaco.
E' possibile che, come il senatore Trematerra e altri autorevoli esponenti del centro-destra acrese ritengono, l'episodio sia riconducibile a una sorta di macabro scherzo, ma nulla più. Tuttavia è opinabile che, ancor prima di accertarlo, lo si voglia minimizzare, solo perché non appartiene alla storia di Acri.
Che piaccia o no, quella bara davanti alla casa di Martelli è stata messa, e i giornalisti questo lo devono scrivere. Tra gli ospiti vi erano anche amministratori di comuni vicini e dirigenti dell'Anas, tra cui l'ingegnere Raffaele Celia. Assenti Mario Oliverio, presidente dell'amministrazione Provinciale, e l'ingegnere Papello, membro del Consiglio di amministrazione dell'Anas.

PUBBLICATO 1/7/2004

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