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Interrogativi sul futuro del centro storico cittadino.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Quale destino per il centro storico di Acri?
Con l'imminente arrivo della bella stagione, se lo chiedono, con una certa inquietudine, i residenti, e non solo. Che l'interrogativo giunga puntualmente a ridosso dell'estate non è un caso. Soprattutto non è un caso che la domanda ritorni ossessivamente. Tradotto in termini più chiari, ci si chiede perché una città che possiede un centro storico invidiabile non decida di investirvi. L'esempio più evidente delle potenzialità economiche della zona antica di Acri è rappresentato dal quartiere Picitti. Si tratta di un autentico monumento all'incapacità di trarre profitto dalle proprie risorse.
Non è esagerato dire che Picitti, con le dovute cautele, rappresenta una sorta di Trastevere di Acri. Come l'arcinota zona romana, qui potrebbero sorgere abitazioni e locali caratteristici in grado di rappresentare un vero e proprio gioiello nel cuore del centro abitato.
In verità l'idea non è nuova, ma nessuno finora vi ha creduto al punto di profondere le energie necessarie per realizzarla. Ad accordarle credibilità è stato negli ultimi anni uno sponsor d'eccezione: il professor Pierluigi Cervellati.
L'insigne urbanista, noto per la sua attenzione ai centri storici, a metà degli anni novanta fu incaricato dall'Amministrazione comunale di redigere il nuovo Piano regolatore generale. È ovvio che chi decide di conferire l'incarico a un professionista che fa della rivalutazione dei centri storici la sua principale caratteristica ha già in mente cosa vuole fare. Nell'impostazione del professor Cervellati il rione Picitti diventava non solo l'attrattiva principale del centro abitato, ma una zona su cui puntare decisamente in prospettiva turistica.
Picitti sarebbe dovuto essere il cuore pulsante di un centro storico in grado di farsi carico di grandi aspettative. Le vicissitudini politiche dell'ultimo decennio hanno letteralmente fatto strame di questa brillante intuizione.
Quelle costruzioni che nelle intenzioni del professor Cervellati avrebbero dovuto ospitare locali caratteristici e quelle stradine in pietra su cui passeggiare oggi versano in condizioni pietose. Sono l'incuria e la sensazione di un continuo spreco ad accompagnare quanti, con una certa desolazione, sono costretti ad assistere allo spettacolo di una zona che emana di suo una grande suggestione, ma in totale abbandono. Oggi nel quartiere Picitti non si parla più come di una scommessa da vincere. Semplicemente, non se ne parla.
Oggi l'attenzione degli amministratori è unicamente rivolta a Piazza Sprovieri, a Piazza Matteotti e all'isola pedonale.
È come se, con l'avvento di una nuova stagione politica, si sia spostato il baricentro della politica urbanistica. In sostanza, si è deciso di puntare sulle zone nuove della città e sulla loro espansione, piuttosto che sulla rivalutazione di quelle antiche. Nonostante il palese disinteresse per il centro storico dimostrato dagli amministratori comunali, non mancano le iniziative spontanee dei cittadini, atte a riaccendere i riflettori sulla parte antica di Acri. Da qualche anno si è infatti costituito il Comitato Pro Centro Storico, che, con mille difficoltà, organizza periodicamente iniziative che hanno questo obiettivo.
Sono iniziative di denuncia, che si spera possano incidere sulle scelte di politica urbanistica.

PUBBLICATO 5/6/2004

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