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Tra allarme e prospettive

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Gli allarmati commenti, seguiti alle recenti vicende di cronaca, e le istanze di rafforzamento delle forze dell'ordine sul territorio comunale di Acri, hanno innescato inevitabilmente un meccanismo di indagine, fatto di dati e date.
Una sinossi numerica che può risultare quantomeno indicativa circa la legittimità di talune richieste.
La stazione dei carabinieri di Acri oggi possiede un organico di sedici militari.
Una siffatta dotazione non ha precedenti storici nel centro presilano.
Il territorio comunale si estende per circa duecento chilometri quadrati e presenta una difficile gestione, sia per quanto riguarda i collegamenti tra il centro e le numerose contrade, sia per l'handicap sparso.
Il presidio dell'intera estensione territoriale è garantito dal codice H24: ventiquattr'ore su ventiquattro.
La caserma è aperta a qualsiasi ora del giorno e della notte ed è garantita la presenza di una pattuglia notturna esterna, che segue degli itinerari che le permettono di coprire per intero il territorio.
Vi è inoltre il carabinieri di zona, una figura istituita da circa un anno, continuamente presente nelle diverse zone del centro abitato.
Ad Acri è Tommaso L'Erede, che qualche mese fa in pieno centro abitato è intervenuto per sventare un tentativo di scippo. La stazione è guidata dal maresciallo Antonio Pantano, giunto nel centro presilano circa due anni fa.
Il suo arrivo, statistiche alla mano, è coinciso con l'avvio di una intensa attività di indagine. I numeri dicono che queste operazioni sono state prevalentemente rivolte alla prevenzione dei reati. Il dato più evidente è rappresentato dal cosiddetto fenomeno del cavallo di ritorno. Acri tra il 2000 e il 2002 ha vissuto con l'incubo dei furti d'auto.
Il meccanismo è ormai arcinoto: furto del mezzo, richiesta estorsiva e, qualora la si fosse respinta, auto smontata e vendita a pezzi. Per due anni e mezzo la stazione dei carabinieri di Acri ha raccolto più di cinquanta denunce, vale a dire una media di due furti al mese. Da due anni nel centro presilano non è stata rubata a nessuna auto. Se furto c'è stato, non è stato denunciato.
L'attività dei militari nell'ultimo anno è tutta nei numeri: a marzo 2003 un arresto e cinque denunce a piede libero per estorsione, a luglio sette arresti per violenza carnale di gruppo, ad agosto due arresti per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nello scorso mese di febbraio ancora un arresto per lo stesso motivo, a marzo un arresto e due denunce a piede libero per estorsione e rapina a mano armata. Nello scorso mese di aprile, la presenza e il tempestivo intervento della benemerita hanno sventato un tentativo di rapina al bancomat di San Giacomo.
In questo caso vi è stato anche un conflitto a fuoco con i malviventi, che sono comunque riusciti a fuggire, a piedi. A tal riguardo, le indagini seguite alla vicenda vanno avanti e portano in Puglia. A proposito di San Giacomo. Questa è una zona particolare, considerato che, pur ricadendo nel Comune di Acri, è più vicina a Corigliano e di quest'area subisce l'influenza.
Alcuni chiedono che qui vi sia un presidio fisso delle forze dell'ordine. La richiesta è più che fondata, ma i problemi di organico dei carabinieri sembrano, per ora, rendere improbabile la costruzione di una caserma.
Le cifre che si possono ricavare da questa intensa attività propongono un quadro assai chiaro.
Il territorio di Acri, per la sua estensione e per la sua particolare natura orografica, avrebbe bisogno di un organico più numeroso di quello attuale e soprattutto di mezzi e ausili tecnici più adeguati. Tuttavia, grazie a un ottimo livello organizzativo, attualmente i carabinieri riescono a sopperire egregiamente a queste carenze.

PUBBLICATO 15/5/2004

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