Una tragedia ieri mattina ha colpito il centro presilano.
Un pensionato, Angelo Pancaro, di 75 anni, è morto in seguito alla caduta da un muro alto circa tre metri.
Il dramma si è consumato intorno alle sette del mattino, in una zona di Acri che si inerpica in una delle sue parti più antiche.
Nella parte bassa di Padia Angelo Pancaro possedeva un piccolo fazzoletto di terreno che rappresentava il suo orgoglio.
A questi pochi metri quadrati dedicava una cura che solitamente si riserva a una moglie o a un figlio.
Una moglie, la signora Antonietta, e i quattro figli che oggi sono costretti a fare i conti con un dolore tanto più grande quanto più inopinato.
Angelo, da quando era in pensione, praticamente era sempre lì. I carabinieri, guidati dal maresciallo Antonio Pantano, allertati da una telefonata, sono intervenuti per i rilievi e hanno trovato il corpo del pensionato già privo di vita. Per quanti coltivano la terra ogni stagione ha i suoi riti e questo longilineo e affascinante pensionato era sempre pronto a celebrarli.
Difficile dire se ieri mattina abbia perso l'equilibrio e sia scivolato oppure se sia stato colto da un malore.
Quando le tragedie non hanno testimoni diretti lasciano, insieme al dolore, una scia di domande che non avranno mai una risposta.
Questo incidente ha ulteriormente gettato nello sconforto il popoloso quartiere di Padia, già provato dalla morte del trentenne Luigi Toscano, avvenuta la scorsa settimana in seguito a un incidente sul lavoro.
Luigi non risiedeva più a Padia, ma qui era cresciuto e qui vive la sua famiglia di origine.
Ieri su questa zona è calata una cappa di piombo.
E' uno dei pochi quartieri in cui si possono respirare le atmosfere oramai anacronistiche di rituali che appartengono ad altri tempi.
Qui è ancora possibile incontrare gli anziani che giocano a carte per strada o il clima tipico dell'oratorio.
Siffatti ferali eventi colpiscono in maniera ancora più forte una comunità così unita, che da ha ancora gli occhi gonfi. I funerali si celebreranno oggi pomeriggio alle 16 nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Padia.
La morte non è mai giusta, ma quella di Angelo Pancaro è più ingiusta di altre.
Egli era stato ospitato nelle pagine del Quotidiano in passato per una sua battaglia contro la burocrazia.
Chiedeva una cosa sacrosanta: la possibilità di pagare le bollette di luce, telefono e gas con i soldi della propria pensione. In pratica scadevano prima che egli riscuotesse il denaro all'ufficio postale.
Chiedeva semplicemente di procrastinare le scadenze delle bollette o di anticipare la data di riscossione della pensione.
Aveva scritto finanche al presidente della Repubblica, dopo essersi rivolto alle poste, al ministro delle telecomunicazioni, all'Italgas e alla Telecom.
Questa battaglia Angelo in vita non l'ha vinta, ma i suoi sforzi rappresentano un esempio e un inizio per quanti vorranno portarla avanti.