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Pił professori che politici.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
E' mancato il ricco parterre politico alla cerimonia di inaugurazione della sede acrese dell'associazione politico-culturale "Il campo-idee per il futuro", nata nello scorso mese di dicembre a Roma e presieduta da Giuseppe Soriero. A fronte della preannunciata parata di stelle della politica regionale si sono infatti registrate molte assenze.
Non c'erano Mario Oliverio, Giacomo Mancini, Eva Catizone, Nicola Adamo, Franco Bruno e Geppino Camo.
Altri politici annunciati erano confusi nel pubblico, come Giacomo Cozzolino e Bruno Villella. Non sono state tuttavia defezioni che hanno bloccato l'iniziativa, anzi.
Il convegno associato alla manifestazione sul tema "Europa, Mezzogiorno e Federalismo" si è rivelato ricco di argomenti intriganti.
Le molteplici sfaccettature sono state curate da apprezzati esponenti del mondo accademico, come i professori Silvio Gambino, Domenico Cersosimo, economista e assessore al Bilancio al Comune di Cosenza, e Fernando Miglietta, dell'Università di Reggio Calabria. I lavori, che si sono tenuti nella sala convegni della Fondazione Padula e hanno avuto inizio con circa un'ora e mezza di ritardo, sono stati moderati dal giornalista Salvatore Santagata. Sono stati introdotti da Maria Cristina Minisci, responsabile acrese dell'associazione, e Giuseppe Soriero. La Minisci, che in passato è stata anche presidente del Consiglio Comunale di Acri, ha parlato di un'associazione «che vuole aggregare e vuole contribuire alla rivendicazione di diritti che per il Mezzogiorno non siano solo parziali».
Soriero si è molto soffermato, dopo avere puntualizzato gli scopi dell'associazione che presiede, sulla guerra in Iraq. Ha poi illustrato un progetto di solidarietà con l'Università di Nassiriya, che prevede un sostegno a distanza per i circa cinquemila studenti che la frequentano, in cui sono coinvolti tutti i tre atenei calabresi.
Per Soriero i tempi «sono maturi affinché si mettano in campo tutte le iniziative per chiedere al Parlamento italiano di affrontare la questione del ritiro delle truppe italiane dall'Iraq. E' necessario che l'Onu prenda in mano la situazione».
I cattedratici hanno poi fatto strame della cosiddetta devolution, all'esame del Parlamento.
Gambino l'ha definita senza mezzi termini incostituzionale. Ha comunque condannato anche il centrosinistra, «che con numeri diversi ha fatto ciò che oggi sta facendo il centro-destra. C'è bisogno di un patto per cambiare le regole, la Costituzione non si cambia a colpi di maggioranza».
Per Cersosimo il decentramento, concetto di cui il federalismo è portatore, non è necessariamente positivo.
«Il federalismo - ha spiegato l'economista dell'Università della Calabria - non ha solo benefici, ma porta con sé anche rischi e costi, che oggi una regione come la Calabria non può sopportare. Così come è stato impostato dal governo Berlusconi, il federalismo si trasformerà quasi certamente in un nuova ondata migratoria verso il Nord, anche di affermati professionisti meridionali. Solo in poche regioni del Nord infatti alcuni diritti fondamentali della persona sarebbero tali».
Il professor Miglietta infine si è soffermato sul tema del decentramento come mantenimento o perdita di identità, affermando la necessità di coniugare le differenze senza omologarle.

PUBBLICATO 3/5/2004

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