Il periodico “Il Beato Angelo” compie ottanta anni. Era il lontano aprile 1924 e fra Giuseppe, padre generale dei Cappuccini, con una lettera, nella quale spiegava l’idea di dare vita ad un organo di stampa, dava inizio all’avventura de Il Beato Angelo. “L’idea di fondare un bollettino in Acri – si legge nella lettera pubblicata nel primo numero - con lodevole intento di preparare con maggiore solennità e decoro la prossima ricorrenza centenaria della Beatificazione del nostro glorioso Beato Angelo, merita di essere agevolata ed attuata nel miglior modo consentito dalle circostanze locali. Da parte mia intanto plaudo alla felice iniziativa ed anticipo con piacere la mia paterna benedizione, nel desiderio che sia di incoraggiamento ed un augurio insieme per la buona riuscita del bollettino”. Augurio migliore, padre Giuseppe non poteva fare, dato che da ben ottanta anni il periodico, ogni bimestre, fa compagnia a molte famiglie cosentine e non solo. Il periodico nato presso il convento dei Frati Cappuccini di Acri, dal 1939 viene preparato presso il convento SS. Crocifisso di Cosenza. Il bollettino nasce con l’intento di migliorare la preparazione al centenario della beatificazione di Padre Angelo, che sarebbe avvenuta nell’agosto del 1925. Il primo numero era formato da quattro pagine, la veste grafica, a causa della mancanza dei colori conteneva una sola foto quella del Beato, posta vicino al titolo. All’interno, all’inizio erano presenti articoli sulla vita e sulle grazie ottenute per intercessione del Beato. Il Beato Angelo, nato come mensile, tutt’ora bimestrale, festeggia ottanta anni di pubblicazioni, ottanta anni nei quali la vita, le opere del fate acrese sono state portate a conoscenza dei tanti lettori, che con entusiasmo ed interesse sostengono e seguono da anni l’evolversi del periodico. L’attuale direttore, padre Fedele Bisceglia, informa i lettori che per l’occasione la rivista cambia veste grafica e punta su contenuti che spaziano dalle problematiche sociali allo sport, i punti di vista dei bambini, degli anziani, degli emarginati e degli ospiti dell’Oasi Francescana.