E' paragonabile ad un'odissea, il viaggio degli studenti di Acri diretti all'Università della Calabria.
Nel moderno "romanzo" omerico, che vede protagonisti i pendolari, si parla di autobus sovraffollati e di mancate coincidenze.
Ieri mattina, nel pullman che trasporta studenti e professionisti al capoluogo di Provincia, c'erano persone che, da Acri fino a Castiglione Cosentino (in termini temporali, per circa un'ora), sono dovute restare in piedi per mancanza di un posto a sedere.
La situazione è insostenibile ed il disagio enorme.
Stando a quanto dichiarato dagli studenti che frequentemente utilizzano il mezzo di trasporto, è solito che soprattutto il lunedì mattina i pullman diretti a Cosenza siano superaffollati.
Ieri, nell'autobus delle 7,50, le persone sembravano sardine in scatola.
Eppure si potrebbe risolvere la questione in maniera piuttosto semplice, facendo in modo che altri autobus partano da Acri.
Le mancate coincidenze, poi, rendono il viaggio dei pendolari ancor più travagliato.
Ad esempio, gli studenti dell'Unical che scendono alla fermata di Castiglione Cosentino devono, in alcune fasce orarie, attendere per oltre mezz'ora l'autobus che poi li porterà a destinazione.
Per risolvere questa problematica, in passato è stata portata avanti anche una petizione con la quale gli studenti dell'Ateneo hanno chiesto, alla ditta che si occupa del trasporto, di prevedere una fermata anche presso le "Pensiline" di Arcavacata.
La raccolta firme, però, non ha dato l'esito sperato e l'iniziativa degli allievi universitari non ha avuto alcun seguito.
Ancora una volta, dunque, il problema viene denunciato e portato all'attenzione dell'opinione pubblica.
Per alleviare le sofferenze di quei tanti giovani che sono costretti a portarsi dietro i loro pesanti borsoni basterebbe, così come avviene per gli studenti di San Giovanni in Fiore, che venga stabilito uno stop nei pressi del Campus universitario.
Intanto, gli studenti di Acri attendono, da parte delle istituzioni competenti, un intervento concreto affinché si possa risolvere un'incresciosa questione che perdura da ormai molti anni.